Mondo Assicurazioni
Rc auto: con la scatola nera più semplice smascherare le truffe
I dati valgono come prova in tribunale
16 febbraio 2021
I dati raccolti dalla scatola nera, il dispositivo previsto da alcune versioni più complete della polizza Rc auto, possono essere usati anche per smascherare le frodi assicurative.
A ribadirlo è stata la Cassazione con sentenza 5415/2021.
Le funzioni della scatola nera
Grazie ai passi avanti della tecnologia, infatti, è possibile difendersi da truffe che possono prevedere sia la simulazione di un sinistro, sia una richiesta di risarcimento danni gonfiata. Il fenomeno è talmente diffuso da aver contribuito a spingere verso l’alto persino i costi delle polizze Rc auto in alcune zone di Italia.
Stipulare pertanto una polizza Rc auto, che prevede l’installazione all’interno del veicolo assicurato di un dispositivo dotato di collegamento Gps, non solo può essere d’aiuto quando si è su strada, per ricevere immediatamente soccorso in caso di incidente, ma anche nelle aule di tribunale.
I vantaggi in tribunale
Tra i vantaggi che garantisce l’installazione della scatola nera auto, oltre alla localizzazione e all’assistenza 24 ore su 24, l’intervento automatico del carro attrezzi, vi è anche la possibilità di ricostruire la dinamica del sinistro ed in caso di furto la possibilità di ritrovare il veicolo.
La Cassazione però è tornata a ribadire un altro aspetto e per la precisione che i tabulati della scatola nera sono sempre validi come prova in tribunale.
A disciplinare questo aspetto è in particolare l’articolo 234 del Codice di Procedura di Penale che indica come sia sempre “consentita l’acquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o qualsiasi altro mezzo”.
I report che riportano i dati contenuti nel dispositivo rientrano infatti “nel concetto di prova documentale, come tale acquisibile al fascicolo del dibattimento in tribunale”, precisa la Cassazione, “in quanto rappresentativi, attraverso il mezzo informatico, di fatti avvenuti; in particolare, della registrazione di determinati “eventi” da parte del dispositivo di rilevamento del mezzo indicato come scatola nera”.
La sentenza della Corte di Cassazione ha reso così evidente anche una funzione “giuridica” della black box finora apprezzata dagli automobilisti soprattutto per la maggiore convenienza delle polizze Rc auto a consumo rispetto a quelle tradizionali.
Ricordiamo infatti che l’installazione della scatola nera, il cui costo è sempre a carico della compagnia assicurativa con cui viene stipulata la polizza, permette agli automobilisti di accedere alle offerte relative alle assicurazioni “a chilometro”.
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