Per i giovani italiani redditi bassi e un futuro pieno di incognite
5 dic 2025 | 3 min di lettura

I giovani risparmiano, ma faticano a investire: la combinazione di precarietà, sfiducia e scarsa educazione finanziaria li porta a privilegiare soluzioni liquide e di breve periodo, percepite come più sicure e più facilmente “gestibili”. Sanno che il risparmio è fondamentale, ma non sempre sanno come trasformarlo in azione. Per la paura di sbagliare, quasi la metà dei giovani lascia i propri risparmi sul conto corrente: è il quadro che emerge dal focus "Giovani, risparmio e previdenza" dell’Osservatorio GenerationShip 2025 di Changes Unipol, a cura di Kkienn Connecting People and Companies.
Under 35: redditi bassi e tanta incertezza
Le condizioni socioeconomiche dei lavoratori under 35 in Italia sono molto difficili: il 44% guadagna meno di 1.500 euro netti al mese e uno su quattro non è autosufficiente. Per le donne, la situazione è più critica: più della metà (56%) percepisce meno di 1.500 euro e un terzo non riesce a mantenersi senza l’aiuto della famiglia. Il lavoro “povero” e la precarietà costringono molti a rinviare le scelte di lungo termine: il 76% cita la mancanza di stabilità economica come la causa principale della rinuncia a costruire una famiglia.
Di fronte a un mondo caratterizzato da incertezza, i giovani cercano di attuare strategie di protezione. Il risparmio (43%), insieme alla cura di sé, alla formazione e all’equilibrio tra vita e lavoro, costituiscono i principali strumenti. Più che confidare in aiuti esterni, i giovani (16-35 anni) puntano sull’autoefficacia personale: lavorare sodo (30%), mantenersi in salute (38%), aggiornarsi (26%) e costruire relazioni professionali (24%).
Poche polizze contro gli imprevisti: il risparmio unico baluardo
Il 78% dei giovani considera importante risparmiare (contro l’85% degli adulti), ma ne riconosce il valore soprattutto come strumento di sicurezza. Pur con risorse limitate, i giovani risparmiano una quota media del 15,9% del reddito, contro l’11,8% degli adulti. Tuttavia, le somme accantonate sono modeste in valore assoluto e spesso restano ferme: il 41% “parcheggia” il denaro su conti correnti o conti deposito, e solo un giovane su quattro utilizza strumenti di investimento, previdenza o assicurativi. Per quanto riguarda ad esempio le polizze salute, quelle che tutelano da eventi quali malattie, infortuni e disabilità,
Solo il 3% degli interpellati le ritiene indispensabili mentre il 16% le reputa per lo meno interessanti. Anche la polizza casa si conferma poco nota: sottoscriverne una viene ritenuto indispensabile solo dal 3% mentre il 14% lo considera interessante.
Previdenza integrativa: conoscenza ancora molto scarsa
Il 67% dei giovani teme il collasso del sistema pensionistico, più del cambiamento climatico (58%) o dell’instabilità lavorativa (58%). Molti sono consapevoli che la pensione pubblica non garantirà loro un tenore di vita dignitoso ma la previdenza integrativa resta sconosciuta: quasi la metà dei giovani (43%) non sa cosa sia e solo il 9% dichiara di sentirsi davvero informato. Solo il 48% dei giovani conosce almeno di nome strumenti come fondi pensione o conti deposito, ma il 38% di chi li conosce dichiara di non saperne abbastanza. C’è tuttavia una domanda latente di formazione: quasi il 70% dei giovani si dice interessato a migliorare la propria educazione finanziaria, con una forte apertura verso banche (42%), assicurazioni (28%) e consulenti indipendenti (38%).
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