Cybercrime: è il momento dei “rapimenti virtuali”
26 set 2023 | 3 min di lettura

Le nuove tecnologie cambiano i cyberattacchi
Truffe, estorsioni e adesso sempre più “rapimenti virtuali”. Le nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale e il machine learning, stanno cambiando i cyberattacchi e la cybersicurezza. È quanto emerge dal report di Trend Micro Virtual Kidnapping: How AI Voice Cloning Tools and Chat GPT are Being Used to Aid Cybercrime and Extortion Scams.
Come funzionano le nuove truffe
Negli Stati Uniti, l’Fbi ha già messo in guardia sull’utilizzo che i criminali informatici fanno dei deepfake, manipolazioni di foto e video capaci di trasformare contenuti innocui in schemi redditizi di ritorsione sessuale. Una truffa comune prevede l'utilizzo di file vocali falsi generati dall'intelligenza artificiale, noti anche come audio deepfake, che possono essere creati utilizzando quantità anche ridotte di informazioni biometriche raccolte da contenuti personali pubblicati in fonti pubbliche come TikTok, Facebook, Instagram e altre piattaforme social, inclusi i portali governativi.
Bastano pochi “pezzetti” di voce reale per riprodurre discorsi finti ma perfettamente attendibili e utilizzarli per minacciare la vittima. Una nuova forma di attacco che non fa altro che consolidare l’esigenza di formazione, sicurezza e assicurazioni informatiche.
Un caso concreto
Trend Micro descrive un caso realmente accaduto. Nell'aprile 2023, in Arizona, una donna di nome Jennifer De Stefano ha ricevuto una chiamata nella quale un anonimo affermava di aver rapito la figlia di 15 anni e chiedeva un riscatto di 1 milione di dollari, minacciando di compiere violenza sulla vittima in caso di mancato pagamento.
La donna ha affermato di aver sentito chiaramente il pianto, le urla e la voce supplichevole della figlia in sottofondo, anche se il criminale si è rifiutato di lasciarla parlare con la figlia al telefono. Dopo alcuni minuti di negoziazione, l'importo del riscatto è sceso a 50.000 dollari. Per fortuna, prima del pagamento, la vittima ha potuto verificare che sua figlia era in realtà al sicuro. Non era stata rapita. La questione è stata immediatamente denunciata alla polizia, che ha poi identificato la telefonata.
Le fasi del rapimento virtuale
I giovani e i personaggi pubblici sono i primi a utilizzare le tecnologie emergenti o le piattaforme social in rapida crescita. Ma, inconsapevolmente, generano una quantità importante di dati biometrici, che possono essere utilizzati nei rapimenti virtuali. I cybercriminali utilizzano i social network come TikTok, Facebook e Instagram per cercare le vittime e creare un contesto che renda la truffa il più credibile possibile.
Il report ha descritto le 7 fasi tipiche di un rapimento virtuale: identificazione di una potenziale vittima (che sarebbe disposta a pagare il riscatto); identificazione di un potenziale “rapito virtuale”, di solito un minore; creazione di una storia, emotivamente coinvolgente per limitare l’analisi critica; raccolta della biometria vocale della vittima del rapimento virtuale, dai post sui social media; identificare di tempistiche ed elementi logistici; chiamata per richiedere il riscatto, durante la quale eseguire l'audio deepfake del presunto rapito; attività post-chiamata, come riciclaggio del denaro raccolto.
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