Mercato auto in sofferenza: ad agosto -13,4%
4 set 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

La bolla è scoppiata. I dati sulla vendita delle auto nel mese di agosto mostrano tutta la sofferenza del settore che, non appena viene meno il “doping” degli incentivi, perde qualsiasi slancio. Il -13,4% di immatricolazioni in Italia registrato ad agosto rispetto allo stesso periodo del 2023 mette in luce anche un’altra verità ormai difficile da contestare: la transizione elettrica non sta funzionando. Non solo non si vendono abbastanza vetture da garantire la sostenibilità del mercato e il ricambio del parco auto, ma le aziende che sono più in sofferenza sono proprio le case automobilistiche europee, a partire dalla tedesca Volkswagen – che potrebbe chiudere due stabilimenti in Germania – così come Stellantis che continua a perdere quote di mercato.
I dati di agosto
Dopo la crescita del 15% a giugno e del 4,7% a luglio, in Italia le immatricolazioni di agosto sono andate giù del 13,4%, pari a 69.121 autovetture secondo i dati del ministro dei Trasporti. Il risultato dei primi otto mesi dell’anno resta comunque positivo, con 1.080.447 immatricolazioni, cioè +3,8% sull’analogo periodo del 2023, ma se confrontato con il 2019 il calo è del 18,5%.
Scende la quota delle auto elettriche, che passano da 5% di agosto 2023 al 3,7% del 2024, le ibride sono l’unica tipologia di motore in crescita in volume.
Case automobilistiche in sofferenza
Stellantis mostra una forte sofferenza nei dati di vendita in Italia: un vertiginoso calo del 32.24%. Giù tutti i marchi, con la Fiat che registra un -44,35% che le costa la leadership in Italia, posto occupato ora dalla Toyota.
Guardando alla Germania il gruppo Volkswagen ha fatto sapere di avere una sovracapacità produttiva di 500 mila auto in Europa, circostanza che sta portando i vertici a decisioni drastiche: licenziamenti collettivi e possibile chiusura di due stabilimenti al fine di risparmiare 110 miliardi entro il 2026. Le difficoltà della casa tedesca sono una brutta notizia anche per noi, visto che l’Italia è il primo fornitore di componentistica auto.
La transizione elettrica
La situazione dunque è molto complicata e molti guardano all’Unione europea e alle possibili decisioni che prenderà per arginare la crisi. Ci si aspetta un passo indietro sulla transizione elettrica o quantomeno un programma meno ambizioso. Ad oggi le case automobilistiche più forti sull’elettrico sono cinesi, in più questo tipo di vetture hanno un costo maggiore e sono mal digerite dagli automobilisti, seppur garantendo costi di mantenimento più bassi come per il pieno e l'assicurazione auto. costringendo così i Paesi a varare pesanti incentivi.
Un circolo vizioso che da una parte obbliga a spendere più risorse sia pubbliche che private, mentre a beneficiarne maggiormente sono aziende extra Ue. Il settore automotive ha un peso specifico importante per l’economia europea e in un periodo come questo non si possono azzardare esperimenti, la nuova Commissione Europea dovrà affrontare questo dossier al più presto, prima che i danni siano irreparabili.
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