Rc auto troppo cara: le cause
18 gen 2012 | 3 min di lettura

In Italia il prezzo delle assicurazioni auto continua a salire portando, secondo le ultime rilevazioni Isvap, il costo medio dell'assicurazione auto a 407 euro – quando nel resto d'Europa le compagnie chiedono, in media, 230 euro. A questo punto sorge spontanea la domanda: quali sono le cause di questi continui rincari?
Le assicurazioni incolpano gli automobilisti colpevoli di guida poco virtuosa mentre i consumatori puntano il dito sui costi eccessivamente alti dei premi e sulla discriminazione sempre più evidente tra guidatori del Nord e del Sud Italia, con questi ultimi costretti a sborsare cifre più alte rispetto agli automobilisti settentrionali anche se, nella realtà dei fatti, il maggior rischio di un neopatentato o di un automobilista meridionale è tutta da dimostrare.
Quello che invece sembra influire in misura maggiore sull’aumento dei premi è l’alto numero di frodi che, secondo l'Isvap, si aggirano sul 3% annuo. L’Isvap fa riferimento al fenomeno dei veicoli non assicurati a cui si aggiunge l'altra frode, quella delle assicurazioni fantasma fonte di sempre più frequenti raggiri visto che queste compagnie fasulle offrono assicurazioni a prezzi stracciati (anche se non sono autorizzate) e inducono parecchi automobilisti a non sottoscrivere più alcun contratto di assicurazione. Per combattere queste due piaghe, cioè le compagnie fantasma e l’evasione assicurativa, il nuovo governo Monti ha previsto che già da questo mese gli autovelox possano venire utilizzati anche per verificare la validità dell’assicurazione: i dati raccolti verranno incrociati col database delle assicurazioni, in modo che le autorità possano sanzionare più velocemente chi non si è assicurato.
Detto questo, è bene rilevare che secondo i dati Istat quel 3% di comportamenti imprudenti o fraudolenti messi in atto dagli automobilisti italiani non sono molti e comunque sono in linea con quelli europei. E allora torna la domanda: perché i premi assicurativi italiani sono più alti di quelli de resto d’Europa? Perché c'è poca concorrenza, pare. Nonostante il decreto Bersani e l’introduzione delle agenzie plurimandatarie o del “preventivatore” Isvap, le assicurazioni che operano in Italia non aumentano di numero e per la maggior parte sono ancora monomandatari. Come se non bastasse, sembra che siano tantissime le assicurazioni che hanno gli amministratori in comune (tre anni fa, nel 2008 erano l’87% del totale di settore). Tutto questo, messo insieme, non permette la libera concorrenza del mercato dell’assicurazione auto e quindi il possibile ribasso delle tariffe tramite offerte diverse.
Infine, ulteriore causa di rincaro nelle tariffe assicurative è la possibilità concessa alle Province e introdotta dal federalismo regionale e provinciale di definire parte delle tasse sul'Rc auto (e moto). Da quest'anno insomma le Province possono decidere discrezionalmente se aumentare l’aliquota fino al 3,5% massimo. Finora sono 55 le Province che hanno preso la decisione di ritoccare l’aliquota. Un numero più che sufficiente comunque a portare l'Rc auto a un rincaro di 50 euro l'anno: una cifra che sommata agli altri rincari, è destinata a portare il prezzi dell'assicurazione a un record storico (e negativo).
di Franco Canevesio
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