A rischio frode un sinistro su quattro

La geografia del rischio frode

I sinistri sospetti hanno sostanziose differenze territoriali. La quota si ferma infatti al 19,8% nel Nord Italia, a un livello diminuito sensibilmente rispetto all’anno precedente (21,5%). La percentuale sale al 22,1% in Italia centrale. Anche in questo caso, nel 2024 si è osservato un calo rispetto al 23,9% del 2023. Nel Meridione l’impatto è ben più alto: nonostante la riduzione di 2,6 punti percentuali, c’è l’ombra delle frodi sul 37,3% dei sinistri denunciati. Nelle Isole maggiori, infine, i sospetti si concentrano sul 26,4% dei casi, con un’incidenza però molto diversa tra Sardegna (19,5%) e Sicilia (28,2%).

Tanti sospetti, poche denunce

Nonostante i sospetti siano molto frequenti, solo il 12,1% è oggetto di approfondimenti e appena l’1% arriva a una denuncia/querela. Il perché lo spiega l’Ania: il reato è perseguibile a querela di parte, comportando quindi costi elevati e scarse possibilità di ottenere il risarcimento; in molti casi si tratta di fatti di lieve entità, che si concluderebbero con la non punibilità dell’imputato; il sovraccarico delle Procure, infine, porta spesso all’archiviazione di procedimenti per prescrizione (basta quindi un appello per far sì che la denuncia cada praticamente nel nulla).

A questo, spiega l’Ania, si aggiungono alcune normative, nate per sveltire i procedimenti, che finiscono per ostacolare gli approfondimenti anti-frode. Parliamo, ad esempio, dei termini per il risarcimento del danno o di quello di appena cinque giorni per accertare i danni al veicolo.