Stretta sugli autovelox: meno multe ma anche meno sicurezza
3 giu 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

L’abbiamo pensato più o meno tutti: la maggior parte delle multe sembra più una tassa nascosta che un reale provvedimento volto a sanzionare un comportamento scorretto. Lo pensiamo ancora di più quando di mezzo ci sono gli autovelox, spesso posizionati strategicamente per “pizzicare” più automobilisti possibili. Il nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale punta a regolamentare gli abusi di questo strumento.
Le novità sugli autovelox
Secondo le nuove normative, i tratti di strada dove sarà possibile utilizzare gli autovelox dovranno essere designati da un provvedimento del prefetto. Inoltre, la presenza di questi dispositivi dovrà essere segnalata in anticipo: almeno 1 chilometro prima fuori dai centri abitati, 200 metri sulle strade urbane di scorrimento e 75 metri sulle altre strade. Viene inoltre stabilita, per la prima volta, una distanza minima tra un dispositivo e l'altro (variabile a seconda del tipo di strada) per evitarne la proliferazione.
I rilevatori non potranno essere usati su strade con limiti di velocità eccessivamente bassi: non potranno essere installati su strade urbane con un limite inferiore ai 50 chilometri orari; per le strade extraurbane, il limite non deve essere inferiore di oltre 20 chilometri orari rispetto al limite previsto per quella strada (ad esempio, su una strada con un limite di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite in quel punto è almeno 90 chilometri orari). I dispositivi già installati che non rispondono ai seguenti criteri dovranno essere rimossi o resi inattivi. Infine, l'uso di dispositivi a bordo di veicoli in movimento è permesso solo in caso di contestazione immediata; altrimenti, dovranno essere utilizzate postazioni fisse o mobili, chiaramente visibili.
Le nuove regole entreranno in vigore immediatamente, ma è previsto un periodo di transizione di 12 mesi per permettere ai sindaci di adeguare i dispositivi già installati. Resta irrisolto il tema dell’omologazione, recentemente portato alla luce da una sentenza della Corte di Cassazione secondo cui le multe emesse tramite dispositivi non omologati sono nulle.
Ma ce lo meritiamo davvero?
La domanda è provocatoria certamente, ma i dati parlano chiaro. L’alta velocità è una delle cause più frequenti di incidente, superata solo dalla distrazione (come il cellulare per esempio), con le ricadute non solo sulla vita o sulla salute delle persone, ma anche economiche con i costi della Rc Auto che restano alti.
Certamente è irritante ricevere una multa per eccesso di velocità quando abbiamo superato il limite magari di appena due o tre chilometri orari, magari su una strada che permetterebbe uno scorrimento più veloce ma dove il limite è stato abbassato in maniera esagerata. Certamente è fastidioso beccare un autovelox furbamente nascosto dopo una curva, ma il punto rimane: non è l’autovelox ad essere “strategico”, siamo noi che viaggiamo oltre i limiti. Sembra che i comuni usino le multe per fare cassa, ma è anche vero che il timore di essere beccati e tartassati ci fa andare più piano, parcheggiare meglio ed evitare infrazioni…
Questo è il principio della “deterrenza”, valido per tutte le leggi: non si commette un reato perché spaventa la pena a cui si andrebbe incontro. Chiunque guidi quotidianamente per le strade italiane si accorge che il rispetto per il Codice della Strada è spesso quantomeno un po’ lasco, per usare un eufemismo. Vediamo infrazioni continuamente, auto che corrono come fosse un gran premio e manovre che mettono a repentaglio tutti gli utenti della strada.
Va bene disciplinare l’uso dei dispositivi elettronici per fermare le esagerazioni più eclatanti, ma siamo davvero pronti a rinunciare a parte della sicurezza sulle nostre strade?
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