Codice della Strada: caos e polemiche sui test antidroga
20 gen 2025 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Con il nuovo Codice della Strada, chiunque venga trovato positivo ai test antidroga rischia la revoca della patente per un periodo fino a tre anni, indipendentemente dall'effettivo stato di alterazione o dalla natura delle sostanze assunte. Questo approccio, pensato per garantire maggiore sicurezza stradale, non tiene conto di chi utilizza farmaci psicotropi prescritti dal medico per scopi terapeutici.
Sebbene il ministro Matteo Salvini in una lettera scritta alla Gazzetta dello Sport abbia rassicurato che i pazienti in trattamento non devono temere provvedimenti, la legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale non contiene deroghe o specifiche che escludano queste categorie. Questo silenzio normativo ha alimentato incertezze e timori sia tra i cittadini sia tra gli esperti legali.
Le criticità legali e le implicazioni per i pazienti
La norma, così formulata, elimina la necessità di dimostrare lo stato di alterazione, punendo semplicemente chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. Come evidenziato da diverse fonti (tra cui La Repubblica, Open, Il Post, Al Volante) gli esperti di diritto hanno rilevato che, in assenza di un’interpretazione chiara o di una deroga esplicita, i giudici sono obbligati ad applicare la legge alla lettera, equiparando chi assume droghe illecite a chi segue una terapia medica. La Società Italiana di Psichiatria ha espresso preoccupazione per il rischio che molti pazienti, per paura di perdere la patente, decidano di interrompere cure essenziali come antidepressivi, ansiolitici o sonniferi. Questa scelta potrebbe paradossalmente aumentare i rischi per la sicurezza stradale, peggiorando le condizioni psicofisiche di chi guida senza trattamento.
Possibili soluzioni e il futuro della norma
Nonostante Salvini abbia promesso un confronto per introdurre una deroga specifica, al momento non sono state prese misure concrete. Alcuni giuristi ritengono difficile giustificare una deroga per i pazienti, poiché la legge considera pericoloso chiunque sia sotto l’effetto di sostanze psicotrope, indipendentemente dalla loro legalità o dal dosaggio. Una possibile soluzione potrebbe essere una riforma separata che distingua tra abuso di droghe e uso terapeutico controllato, evitando di trattare il tema esclusivamente in ambito di sicurezza stradale.
Intanto, il dibattito resta acceso, e i cittadini si trovano in una situazione di incertezza, in attesa di chiarimenti e interventi normativi più equilibrati.
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