Auto sempre più anziane: età media 12 anni; Rc Auto più cara fino al 17%
16 giu 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

In Italia girano auto sempre più vecchie. I dati emersi nell’ultima analisi di Facile.it parlano chiaro: a maggio 2025, l’età media del parco auto italiano ha raggiunto i 12 anni e 2 mesi, segnando un aumento del 3,7% in un solo anno. Anche la richiesta di garanzie accessorie cambia di pari passo: tra chi ha sottoscritto una polizza RC Auto, il 42,8% ha scelto l’assistenza stradale, contro il 39% di ottobre 2024. Tenere un’auto più a lungo influisce non solo sulla sicurezza e sull’ambiente, ma anche sul costo della polizza.
Età del veicolo e aumento del premio RC
Facile.it ha calcolato l’impatto dell’anzianità sul premio medio RC Auto, mantenendo costante ogni altro fattore (profilo del guidatore, classe di merito, area geografica). Ne è emerso che:
- Un’auto di 10 anni paga in media 359 € all’anno;
- A 12 anni, il premio sale a 368 € (+2,5%);
- A 14 anni, raggiunge 421 €, un rincaro del 17% in appena quattro anni.
Il motivo è duplice: le vetture più datate sono considerate a maggior rischio di guasti e di sinistri e spesso sono dotate di sistemi di sicurezza meno evoluti, che le compagnie valutano penalizzandone il premio.
Le differenze regionali
L’anzianità media varia sensibilmente da regione a regione.
- In Sicilia le auto hanno in media 14 anni, quasi 2 in più rispetto al dato nazionale, seguite da Basilicata (13 anni e 11 mesi) e da Calabria e Sardegna (13 anni e 8 mesi);
- Sul versante opposto, la Toscana vanta le vetture più “fresche”, con una media di 11 anni e 1 mese, seguita dalla Lombardia (11 anni e 7 mesi) e dal Lazio (11 anni e 8 mesi).
Queste differenze riflettono dinamiche locali di reddito, infrastrutture di trasporto pubblico e preferenze culturali: in alcune aree le famiglie rimandano il cambio dell’auto più a lungo, in altre l’acquisto di un veicolo nuovo resta prioritario.
Commento: perché non sorprende
Questi numeri non sorprendono affatto. Negli ultimi mesi il mercato auto ha faticato a ingranare, con vendite di vetture nuove ancora inferiori ai livelli del 2019. Da un lato, l’aumento del costo della vita e l’impennata dell’inflazione negli ultimi anni hanno costretto molte famiglie a rinviare acquisti impegnativi: meglio mantenere un’auto funzionante che indebitarsi per un modello nuovo. Dall’altro, l’incertezza normativa spaventa: il passaggio all’elettrico stenta a decollare, tra incentivi non sempre efficaci e dubbi sulla reale sostenibilità della rete di ricarica.
Tantissime persone restano “alla finestra”, in attesa di capire se il futuro sarà davvero elettrico o se si tornerà a incentivare soluzioni ibride o persino a combustione con tecnologie meno invasive, anche se questo rappresenterebbe un clamoroso dietrofront. Senza dimenticare le ragioni personali: un’auto di dieci anni si fa fatica a considerarla obsoleta grazie alla robustezza costruttiva e ai sistemi di sicurezza standard che garantiscono ancora buoni livelli di affidabilità. In questo contesto restare con l’auto di sempre è spesso la scelta che più immediata per un automobilista, il mercato e le nostre polizze lo stanno raccontando.
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