Auto elettriche invendute: il boom mancante
28 lug 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Il tentativo di spingere la transizione ecologica nel comparto auto incontra una battuta d’arresto inaspettata. Se da un lato le immatricolazioni di veicoli elettrici e ibridi plug-in segnano numeri in crescita, dall’altro gran parte di queste vetture non arriva mai al cliente finale. Le auto-immatricolate (quelle targate a km 0 da concessionari e case madri) finiscono infatti per gonfiare le statistiche ufficiali ma restano invendute sui piazzali, con conseguenze non solo commerciali ma anche reputazionali per un intero settore.
Il peso delle km 0: 430 mila vetture ferme dai piazzali
Secondo l’ultimo report Dataforce su dati Ministero Trasporti e ACI, fra inizio 2023 e giugno 2025 sono state targate oltre 432.000 auto-immatricolate, ma il 27,8% di esse (quasi 120.000 unità) non è mai stato venduto a un privato.
Il fenomeno è più grave per le alimentazioni “green”: delle plug-in hybrid restano 51,2% invendute, mentre delle BEV addirittura il 57,5%. In numeri assoluti, quasi 24.000 auto elettriche nuove giacciono sui piazzali in attesa di un compratore. Questi stock crescenti riflettono difficoltà di pricing, incentivi insufficienti e timori dei consumatori verso autonomia e infrastrutture di ricarica.
Marchi e modelli in sofferenza
L’analisi evidenzia che Stellantis (245 000 km 0) e Volkswagen (oltre 50 000) detengono la maggior parte delle invendute, ma l’82,7% delle BEV targate di BYD e l’85,5% delle sue plug-in non hanno trovato strada. Anche marchi di nicchia come Mini, Ford e Subaru registrano stock di veicoli ecologici invenduti fra il 70 e il 90%. Un segnale che il timore verso costi di ricarica, tempi d’attesa e svalutazione a 2–3 anni non risparmia nessuno, dai brand premium alle utilitarie.
Le cause di un flop annunciato
Che cosa frena gli italiani? Il costo totale di possesso rimane più alto per via del prezzo d’acquisto e della manutenzione delle batterie. Mancano infrastrutture di ricarica rapida capillari, e permangono dubbi sull’autonomia reale nei viaggi lunghi. Incentivi oggi in calo non compensano più la differenza di listino, mentre i costruttori riempiono piazzali confidando nel Decreto Ministeriale sugli “eco-bonus” che tarda ad arrivare. Ne risulta un circolo vizioso: stock invenduti costringono concessionari a sconti sulle km 0, pure questi insufficienti a promuovere nuova fiducia nel cliente.
Se consideriamo le auto-immatricolate invendute, il vero volume di veicoli green acquistati dagli italiani è ben al di sotto delle statistiche ufficiali. Il mercato delle auto elettriche e plug-in in Italia, più che un “boom”, mostra il volto di un’opportunità finora mal gestita e non del tutto capita. Serve una strategia di incentivi più mirata, infrastrutture di ricarica più capillari, una connessione tra il mondo assicurativo e quello automobilistico per proporre una RC Auto dedicata alle elettriche che faccia risparmiare davvero e un’offerta commerciale allineata ai timori reali degli automobilisti, non solo ai target di vendita delle case.
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