Ue: stop alle discriminazioni
8 giu 2012 | 2 min di lettura

Da tempo si discute sulla voce “nazionalità” ricompresa tra i parametri necessari al calcolo dell'assicurazione auto. Perché? Perché parecchie assicurazioni applicano il costo della polizza auto in maniera differente usando come fattore di diversificazione la nazionalità del contraente. Le polemiche intorno a questa tariffazione sono state e sono tuttora tantissime: adesso, per mettere fine ai discorsi, interviene la Commissione europea. La quale cataloga questo tipo di tariffa e di sua applicazione come “comportamento discriminatorio” del tutto contrario al diritto dell'Unione.
L'Ue risponde alle critiche pervenute sulle tavole del parlamento europeo tramite un esposto dell'Asgi, l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione. E, per non dare adito a ulteriori polemiche fraintendimenti, l'Unione afferma chiaramente che prendere in considerazione la cittadinanza per calcolare il premio assicurativo “può rappresentare restrizione discriminatoria della libertà di usufruire di un qualsiasi servizio”. Restrizione, prosegue l'Ue, che “non appare giustificata”, visto che la cittadinanza (diversamente dall'esperienza di guida, per esempio) non ha alcun impatto “sulla capacità di guida dell'utente” e dunque “non può costituire fattore da tenere in considerazione calcolando i premi assicurativi”.
Sulla questione l'Unione europea sottolinea che tenere in considerazione la nazionalità per quantificare il premio della polizza auto attesta una chiara violazione dell'articolo 56 contenuto nel Trattato sul funzionamento dell'Ue. Non solo: se la discriminante della nazionalità venisse applicata nei confronti dei cittadini degli Stati membri dell'Ue, alla violazione precedente si aggiungerebbe la violazione dell'articolo 24 della direttiva 2004/38 sul diritto dei cittadini Ue a circolare e a soggiornare “liberamente” entro il territorio di Stati membri.
Il problema non è da poco, visto che sono tantissime le compagnie assicurative italiane che attualmente applicano premi assicurativi maggiorati nei prezzi sulla base del parametro della nazionalità: secondo un'indagine Isvap, sono il 25% di quelle operanti in Italia, rappresentanti una quota di mercato del 16%.
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