RC Auto: Codacons no all’obbligo
5 nov 2010 | 3 min di lettura
RC Auto: il Codacons vuole abolire l’obbligo
Il prezzo delle assicurazioni auto aumenta? Il Codacons promette battaglia e propone: aboliamone l’obbligo per gli automobilisti italiani. Era ovvio attendersi che, come è effettivamente stato, in molti l’abbiano presa come una provocazione, ma le ondate di rincari registrate negli ultimi anni stanno diventando una sorta di chiodo fisso per le unioni dei consumatori. L’avvento della Banca Dati Sinistri, è l’auspicio di tutti, cercherà da gennaio prossimo di mettere un freno agli incrementi. Ma ad associazioni come il Codacons continuano ad arrivare migliaia di denunce di automobilisti salassati dall’esborso.
La questione è drammaticamente semplice – ha dichiarato a più riprese il presidente del Codacons Carlo Rienzi – gli aumenti sono assolutamente indiscriminati in questo comparto assicurativo e ci sentiamo un po’ impotenti. Da una parte gli automobilisti sono obbligati a stipulare una polizza per la loro macchina, dall’altra ci sono le compagnie assicurative che fanno quello che vogliono fissando i prezzi come pare loro senza il benché minimo vincolo. Gli utenti sono ormai in una vera e propria condizione di schiavitù, e togliere l’obbligo sarebbe un provvedimento opportuno.
Il Codacons ha presentato la settimana scorsa una denuncia all’ Isvap, sulla base delle migliaia arrivate alla associazione stessa. Una raffica immane di aumenti confermata da Quattroruote e dal suo Libretto rosso delle assicurazioni fresco di stampa e creato in associazione proprio con Assicurazione.it. In base a un’analisi condotta su 19 mila tariffe, l’impennata dei premi per l’ RC Auto si aggira intorno al 25%.
Un dato che è senza dubbio figlio di uno scenario disomogeneo: se le compagnie cosiddette dirette, vale a dire quelle con cui si può sottoscrivere la polizza per via telefonica o via internet, contengono il rincaro medio del 17,3%, quelle tradizionali fanno segnare un esponenziale +28,7%.
Anche tra le varie zone d’Italia ci sono nette discrepanze. A Napoli, ad esempio, si sono registrati aumenti fino al 170%: un gruppo del settore è arrivato alla cifra record di 6183 euro in un anno per assicurare una singola auto.
Da Bari a Palermo, da Genova a Milano, sono tante le grandi città dove la mannaia dei rialzi ha colpito duro. Si salva solo, e poco, il Centro Italia: a Roma gli aumenti sfiorano l’11%, a Firenze e Bologna si aggirano intorno al 16%.
Dati infinitamente più contenuti rispetto ad altre zone d’Italia: il Sud, in particolar modo, vede tante città che hanno un rialzo medio dei premi che si aggira intorno al 50%. Le vittime sacrificali di questa realtà sono in genere gli automobilisti più giovani (fino ai 28 anni): al Sud addirittura gli aumenti per i patentati in età verde non scendono quasi mai sotto il +20%, mentre al Nord l’aumento medio per questa fascia si aggira intorno al + 17%.
L’Isvap, dal canto suo, ha replicato al Codacons. Le compagnie hanno piena libertà sulle tariffe, ma gli illeciti vengono puniti con multe notevoli. Comunque stiamo lavorando per far sì che questi incrementi si arrestino.
Già, lavorare. Il primo progetto a cui le commissioni tecniche hanno intenzione di lavorare è il bonus-malus, sistema da rivedere sensibilmente in quanto comporta delle compensazioni che prestano il fianco a casi di speculazione che poi, in sostanza, si traducono quasi sempre negli aumenti di cui sopra.
Ma c’è anche la querelle sulla cessione dei sinistri: l’Isvap vuole cercare assolutamente di porre un freno all’ormai noto fenomeno della cessione del credito a studi legali che si occupano di sinistri automobilistici o, come accade sempre più spesso, agli stessi carrozzieri. Intanto però il Codacons spinge perché l’Isvap effettui maggiori controlli e verifichi se, laddove sono indiscriminati gli incrementi delle tariffe, ci siano stati casi di illeciti.
di Valerio Mingarelli
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