Mercato italiano dell'auto in rosso: -3,7% a marzo 2024
10 apr 2024 | 2 min di lettura
Interrotto il trend positivo che durava da agosto 2022
Non c'è solo l'Rc auto a preoccupare il settore automobilistico italiano. Anche i dati sulle immatricolazioni mensili danno da pensare. A marzo 2024, per esempio, in Italia le immatricolazioni di auto sono scese del 3,7% rispetto a marzo 2023. Il dato secondo, l’indagine congiunturale mensile del Centro Studi Promotor, si attesta a 162.083 unità; soprattutto, di fatto, interrompe una serie di aumenti mensili che durava dall’agosto 2022.
Vanno meglio i dati trimestrali
Nel primo trimestre del 2024, da gannaio a marzo compresi, le immatricolazioni italiane sono state 451.261 in crescita del 5,7% rispetto al primo trimestre 2023. Un buon balzo in avanti nell'arco dei dodici mesi, anche se il dato diventa subito preoccupante se lo si estende a 5 anni: rispetto allo stesso periodo del 2019, infatti, le immatricolazioni registrano un calo del 16,1%.
Allarme dati trimestrali
I dati sono allarmanti secondo gli addetti ai lavori: gli analisti, per esempio, attendevano un settore dell’auto più in forze, addirittura un segmento che registrasse una “vigorosa intensificazione delle vendite”.
Dal punto di vista dei concessionari, il 62% di essi segnala un basso livello di acquisizione di ordini; per il 60% degli addetti è stata bassa anche l’affluenza di visitatori nelle show room. E, attenzione, il 64% dei concessionari prevede per i prossimi mesi “stabilità” ma sui bassi livelli di marzo.
Cosa c'è che non va
Il settore auto sperava in una introduzione decisamente più tempestiva degli incentivi, una benzina per gli aqcuisti da troppo tempo annunciata dal governo ma non ancora in rampa di lancio. Proprio l’attesa di incentivi, secondo gli esperti, ha contribuito non poco al raffreddamento della domanda.
E ci si mettono pure gli incentivi (che non ci sono)...
Ad aggravare la situazione, dicono i concessionari, c'è il fatto che finora gli stanziamenti dedicati all'auto elettrica sono stati sistematicamente snobbati dagli automobilisti mentre vengono puntualmente bruciati in pochi giorni quelli dedicati alle vetture con alimentazioni tradizionali ma con emissioni non superiori a 135 gr di CO2 al chilometro.
Questo, sottolineano gli esperti, perché gli stanziamenti per questo tipo di auto erano decisamente modesti: fattore negativo, considerando che l'impatto sull’ambiente di queste auto è considerato importante soprattutto perché contribuisce a far rottamare auto vecchie, inquinanti e poco sicure. Auto che, invece, sottolineano gli esperti, restano in circolazione, andando ad alimentare il mercato dell’usato che si mostra in crescita anche nel primo trimestre del 2024 con un rialzo del 9,4%.
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