Auto connesse: Ue deve intervenire per regolare l’accesso ai dati
1 feb 2024 | 3 min di lettura
Serve una legislazione settoriale specifica
La maggior parte dei veicoli moderni è connessa a internet e per questo motivo è in grado di migliorare le condizioni della mobilità in generale rendendola non solo più sicura, ma anche più conveniente per gli automobilisti grazie ad esempio al legame già oggi esistente tra il mondo delle polizze Rc auto e i dispositivi che rilevano lo stile di guida.
Tuttavia, il controllo, quasi esclusivo, da parte dei produttori dei dati relativi ai veicoli sta nel concreto ostacolando lo sviluppo di ulteriori servizi da parte di altri fornitori e questa situazione rischia di limitare fortemente l’innovazione e la concorrenza nel settore a danno dei consumatori.
Per questo motivo un gruppo di dieci associazioni, rappresentanti di fornitori di servizi legati al mondo auto tra cui l’associazione Insurance Europe, ha invitato la presidente von der Leyen e il Collegio dei commissari a emanare urgentemente una legislazione settoriale specifica in grado di regolare l’accesso ai dati forniti dai veicoli connessi.
Data Act troppo lacunoso e poco efficace
Il gruppo di associazioni, che rappresenta l’80% dell’economia automobilistica europea e che comprende oltre ai fornitori e ai distributori di componenti automobilistici anche le officine e le compagnie assicurative, sottolinea come sia più necessario che mai il piano promesso da tempo dalla Commissione Europea per una legislazione settoriale sull’accesso ai dati, alle funzioni e alle risorse di bordo dei veicoli.
Secondo le associazioni, infatti, il Data Act della Ue - Il regolamento relativo alle norme armonizzate in materia di accesso equo e uso dei dati entrato in vigore l'11 gennaio 2024 - “non affronta né la struttura del mercato quasi monopolistico, né i requisiti tecnici per rendere un accesso equo ai dati una realtà. L’azione è urgente a causa del baratro normativo che verrà raggiunto a luglio, quando entrerà in vigore una nuova legge delle Nazioni Unite sulla sicurezza informatica (n. 155), che potrebbe portare alla progressiva chiusura dell’unico mezzo indipendente di accesso remoto ai dati dei veicoli”.
Le compagnie assicurative reclamano maggiore condivisione dei dati
Senza un ulteriore intervento della Ue, ritenuto urgente da tutte le 10 associazioni, non sarà possibile ottenere la parità di accesso ai dati generati dai veicoli: da qui deriva la necessità di rimediare al più presto con una legislazione specifica che sia in grado di tutelare il consumatore finale e incoraggiare gli investimenti nella trasformazione digitale.
La posizione del settore assicurativo europeo è stata sintetizzata dall’intervento di Yann Arnaud, Director of Responses to Customer Needs & Innovation di Macif, una compagnia francese: “Attualmente non esiste alcuna parità di condizioni nell’accesso ai dati dei veicoli, il che sta soffocando la concorrenza e l’innovazione. La Commissione europea deve smettere di trascinare i piedi e proporre urgentemente una regolamentazione europea. Ciò consentirà agli assicuratori di fornire prodotti e servizi migliori per sostenere la transizione climatica e migliorare la sicurezza stradale. Li aiuterà inoltre a comprendere e a gestire i rischi legati alle nuove e future forme di mobilità, come la guida autonoma. L’apertura dell’accesso ai dati impedirà inoltre ad alcune grandi aziende di controllare le informazioni e creerà invece un mercato competitivo a vantaggio delle imprese e dei cittadini europei”.
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