Assicurazione e valore auto
Valore a nuovo o commerciale, questo è il dilemma
24 dicembre 2012
Quando si acquista un'auto, nuova o usata, sarà bene, d'ora in poi, cominciare a pensare seriamente anche al prezzo che si paga. Perché? Perché il prezzo di acquisto influisce sul costo dell'assicurazione auto. La cosa è complessa, perché il prezzo dell'assicurazione varia a seconda che si assicuri come base il valore commerciale o il valore a nuovo, il valore d'acquisto: assicurare il valore commerciale di un'auto fa spendere di meno ma al momento di un danno di un incidente si ottiene di meno dalla compagnia perché al prezzo iniziale d'acquisto viene detratto il degrado d’uso.
Assicurare un’auto nuova non pone grossi problemi di valutazione perché il valore assicurato è quello che si definisce commercialmente come “valore d’acquisto” che la maggior parte delle compagnie, per quanto concerne la polizza incendio e furto, fa restare invariato per tutto il primo anno di contratto. Quindi se nove mesi dopo che ho acquistato l'auto, la stessa viene rubata l'assicurazione liquida il valore assicurato al momento dell’acquisto.
Attenzione però, perché certe compagnie assicurative invece garantiscono l'auto per il valore d'acquisto soltanto per i primi sei mesi: dal settimo mese in poi, per quanto riguarda l'incendio-furto, verrà liquidato non più il valore d'acquisto dell'auto (cioè il prezzo che ho pagato quando l'ho comprata) ma il valore commerciale dell'auto, cioè il valore che l'auto ha al momento del furto o dell'incendio, un valore ridotto da tutti i mesi di utilizzo.
In soldoni, il valore commerciale è dato dal prezzo di acquisto meno il 20% dell'Iva meno una serie di altri parametri (la commerciabilità del veicolo, la sua localizzazione, la freschezza del modello, la classe del veicolo, l'alimentazione e altro ancora). Attenti dunque alle condizioni di polizza, perché il problema della valutazione di una macchina si propone soprattutto dal secondo anno di vita: perché l’auto può essere assicurata in base al “valore a nuovo” o al “valore commerciale”.
La differenza è sostanziale non solo relativamente al caso della polizza furto-incendio, ma anche e soprattutto in caso di sinistro. Se infatti l’assicurazione è stata stipulata tenendo conto del valore commerciale dell'auto e questa viene distrutta da un incidente il danno indennizzato sarà pari al valore di mercato che la vettura aveva al momento del sinistro, cioè il valore dell'auto meno il degrado d'uso: in caso di danno parziale invece l’ammontare del danno sarà pari al costo della riparazione o della sostituzione delle parti che sono state danneggiate, ridotto di quanto viene quantificato come parti degradate dall'uso.
Se invece l’assicurazione è stata stipulata in base al “valore a nuovo” dell'auto, nel caso in cui l'incidente abbia distrutto completamente l'auto il risarcimento del danno sarà pari al valore di mercato dell'auto al momento del sinistro senza però tener conto del degrado d'uso: se il danno è stato solo parziale l’ammontare del danno sarà pari al costo della riparazione o al costo della sostituzione delle parti che sono state danneggiate senza però tenere conto del degrado dovuto all’uso (eccezion fatta per batterie, pneumatici e impianto di scarico).
di Franco Canevesio
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