Addio al colpo di frusta
27 mar 2012 | 3 min di lettura
Tra i tanti punti del decreto sulle liberalizzazioni riguardanti le assicurazioni auto, quello che desta le maggiori discussioni riguarda il danno biologico, che incontra l'accordo delle assicurazioni e il deciso contrasto di utenti e di varie organizzazioni che si occupano della materia.
Il punto dolens è l’emendamento secondo cui il risarcimento dovuto per un incidente stradale sarà ammissibile solo in seguito a un accertamento clinico che sia obiettivo e strumentale. Senza questo non si ottiene risarcimento per alcun danno biologico permanente. In pratica, con questo emendamento non vien più risarcito il danno biologico di lieve entità - il più classico dei quali è il colpo di frusta, troppo spesso risarcito in passato anche se, nella realtà, non presente. Una piaga tipicamente italiana secondo l'Ania, l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, che ha contato 500 mila colpi di frusta l'anno (più di 1.300 al giorno) che vengono denunciati: 23 incidenti su cento, dice Ania, registrano dei danni alle persone (mentre la media europea è del 10%) tanto che le frodi assicurative dovute ai colpi di frusta vanno a incidere sui bilanci delle assicurazioni per più di 300 milioni di euro l'anno.
L'obiettivo dell'emendamento è ridurre al massimo i tentativi di truffa perpetrati ai danni delle assicurazioni, truffe che vengono considerate uno dei driver dell'innalzamento di prezzo dei premi assicurativi sborsati dagli automobilisti. Il decreto prevede anche una seri di altri emendamenti che dovrebbero contribuire a sventare gli imbrogli riducendo le tariffe (la banca dati di testimoni e danneggiati, pene più elevate per chi froda le assicurazioni, tagliandi elettronici per evitare la contraffazione dei contrassegni, lo sconto sulla polizza se si monta la scatola nera in auto) mentre è stato cancellato il rimborso del danno decurtato del 30% se il danneggiato non andava dal carrozziere convenzionato con la compagnia.
Nessuno di questi provvedimenti però ha scatenato la ridda delle polemiche suscitata dallo stop al colpo di frusta. Contro si sono espressi sia Aneis, l'Associazione nazionale esperti infortunistica stradale, che Sismla, il Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni. Luigi Cipriano, presidente Aneis, auspica che gli emendamenti vengano respinti al mittente restituendo competenza al medico legale, “il solo che può valutare i postumi di qualsiasi lesione, grave o modesta che sia”. Dal canto suo, il Sismla, in una lettera, dichiara che “gli emendamenti non sortiranno gli effetti sperati”, cioè non contribuiranno a contrastare il fenomeno delle truffe assicurative, ma anzi “determineranno un aumento dei costi”. Subordinare un risarcimento alla dimostrazione dei postumi, si legge nel documento, “innescherebbe il meccanismo del ricorso agli accertamenti”, sicuramente cari e a volte superflui i cui costi ricadrebbero poi sul sistema sanitario e sulle imprese assicuratrici. I meno abbienti che subiscono un danno, sostiene il sindacato, vedranno negato il diritto al risarcimento legittimo “non potendo sostenere i costosi accertamenti”. Cosa che, ribadisce Cipriano, “calpesta i diritti proprio di quelli che subiscono il danno”.
Anche l’Ania è intervenuta nel dibattito, difendendo però le assicurazioni e invitando a più riprese il Governo a rifarsi la modello britannico. In Inghilterra le richieste d'indennizzo dovute a un colpo di frusta vengono regolamentate con norme più restrittive rispetto ad altre lesioni. Un esempio di maggiore restrizione è la richiesta di un parere fornito da un gruppo di medici e non da un medico solo, un altro è che si tenga conto ai fini del risarcimento della velocità che il conducente teneva al momento dell’impatto.
di Franco Canevesio
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