Abolire il superbollo: l’ACI dice sì
30 ott 2017 | 2 min di lettura
Abolire il superbollo a partire dal nuovo anno: non si tratta solamente di uno dei regali che molti automobilisti italiani vorrebbero trovare sotto l’albero di natale, ma piuttosto di una proposta fatta di recente dal presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani.
Un argomento, quello dell’abolizione del superbollo, che è stato oggetto di numerosi dibattiti negli ultimi anni, dividendo l’opinione pubblica tra coloro che ritengono giusta a necessaria questa imposta e chi invece crede che sia il caso di trovare un nuovo equilibrio. Si tratta nei fatti di una vera e propria tassa obbligatoria per circolare con regolarità su strada, al pari della tradizionale Rc auto, riservata a tutti coloro che possiedono un veicolo di lusso, con una cilindrata superiore a 185 kW. La somma che ogni proprietario deve pagare è variabile, a seconda del numero dei kW che superano la soglia (20 euro per ogni kW aggiuntivo) e dell’età dell’auto: più questa sarà vecchia e più vedrà ridotta l’entità stessa del superbollo.
A sostenere l’appello dell’ACI ci sono i numeri: l’introduzione di questa tassa, presente dal 2011, non ha avuto in questi anni i risultati sperati dal Governo che, stando alle evidenze rilevate, ha incassato appena un terzo delle cifre che erano state previste. Questa tendenza infatti è da ricondurre al fatto che alcuni automobilisti, pur avendo le possibilità economiche di acquistare una vettura di lusso, in molti casi hanno ritenuto sconveniente l’esistenza del superbollo e optato così per l’acquisto di auto di diversa fascia. Altro punto sul quale l’ACI ritiene si debba intervenire riguarda il pagamento del tradizionale bollo per tutte le auto storiche: questa tassa, che è stata nuovamente introdotta nel 2015, dovrebbe non essere applicata a tutti quei mezzi ultraventennali ritenuti davvero di valore storico perché diventa fondamentale oggi come oggi non generalizzare. Attualmente al Senato è stato proposto il cosiddetto bollo verde che vedrebbe il pagamento dell’imposta proporzionato all’inquinamento prodotto dalla macchina il che, se diventasse legge nel prossimo futuro, darebbe una spinta importante al rinnovo del parco auto italiano che come sappiamo risulta essere uno dei più vecchi d’Europa.
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