Autostrade, dal 2026 rimborsi in caso di ritardi
15 dic 2025 | 2 min di lettura

In autostrade come in treno: scattano i risarcimenti dei pedaggi in caso di ritardi. Lo prevede una delibera dell'Autorità di regolazione dei trasporti (Art), che ufficializza una proposta definita nei mesi scorsi. Le nuove regole entreranno in vigore, gradualmente, nel 2026. Sono relative ai ritardi provocati da traffico e cantieri, ma con alcune eccezioni.
Come funzionano i rimborsi
Il diritto ai rimborsi dovrà essere garantito da tutti i concessionari autostradali. Dal primo giugno, entrerà in vigore quello che riguarda le tratte gestite dallo stesso concessionario; il primo dicembre arriverà anche sulle tratte gestite da più concessionari. La differenza deriva dalla necessità di avere maggiore coordinamento tra società diverse.
Il sistema è simile a quello che si usa già sul trasporto ferroviario: i rimborsi dipenderanno dalla motivazione dei ritardi e saranno proporzionali al tempo perso in autostrada.
Quando la causa è nei cantieri programmati, si avrà un rimborso totale del pedaggio per tratte fino a 30 chilometri, indipendentemente dall’entità del ritardo accumulato. Per le tratte tra i 30 e i 50 chilometri, il rimborso potrà essere chiesto solo se il ritardo supera i 10 minuti. Ne servono invece almeno 15 per le tratte sopra i 50 chilometri.
Se invece i ritardi sono dovuti al traffico, il rimborso sarà del 50% se il ritardo è tra 60 e 119 minuti, del 75% tra i 120 e i 179 minuti e del 100% se supera le 3 ore.
I limiti e le eccezioni
Attenzione però a limitazioni e dettagli. Il rimborso non è esigibile lungo i percorsi dove c’è già una riduzione del pedaggio. Sono esclusi anche i cantieri d’emergenza. Quelli cioè che non si possono prevedere in anticipo, come nel caso di incidenti.
Niente rimborso neppure nei casi in cui sia inferiore ai 10 centesimi. Può succedere, ad esempio, su tratte brevi e ritardi contenuti. Quando invece si superano i 10 centesimi, la somma verrà accreditata ma non erogata fino a quando non si raggiungerà 1 euro. Il rimborso si potrà ottenere tramite un'app unica per tutti i concessionari o tramite altri strumenti che saranno definiti nei prossimi mesi.
Rischio aumenti?
C’è però una piccola controindicazione. Anche se le autorità vigileranno per evitare abusi, le società con una concessione già in atto potranno, nei primi anni, ritoccare i prezzi dei pedaggi per coprire i costi. Nel 2026 e nel 2027, il ritocco potrà essere equivalente ai rimborsi. Poi la percentuale di copertura scenderà, fino a raggiungere lo zero nel 2030. Un altro salasso per gli automobilisti, già alle prese con carburanti e caro assicurazione? Secondo l’Art, no: gli incrementi dovrebbero essere quasi impercettibili.
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