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Polizze casa: ancora bassa la protezione contro i rischi sismici

26 dic 2025 | 3 min di lettura

Assicurazione casa 2018

La casa si conferma una parte fondamentale del patrimonio degli italiani. Nonostante ciò, solo una quota molto esigua della popolazione pensa a proteggerla attraverso coperture assicurative adeguate, tra cui quelle contro i rischi climatici e sismici. A rivelarlo è l’ultima Indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d’Italia, pubblicata a ottobre 2024 e riferita all’anno 2022.

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La fotografia del Paese in termini di ricchezza

Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi da Bankitalia, nel 2022 il reddito netto medio annuo è stato di 35.995 euro (circa 3.000 euro al mese). Sebbene nominalmente superiore rispetto al 2020 (+1,4% in termini reali), il potere d'acquisto è rimasto sotto i livelli pre-crisi del 2008 a causa dell’inflazione.

Nonostante ciò, la ricchezza netta delle famiglie italiane è apparsa solida e pari a circa otto volte il reddito disponibile. Si tratta di un valore superiore alla media dell’area euro (7,5) e a paesi come Francia e Germania. La componente principale della ricchezza è costituita da immobili e rappresenta il 75% del patrimonio per le famiglie meno agiate e il 36% per quelle più ricche.

Tanti immobili di proprietà ma poche polizze

Tra i proprietari di un’abitazione principale solo il 9,3% è assicurato contro i danni derivanti da eventi climatici e il 6,8% contro gli eventi sismici. Il 5,8% delle famiglie invece le possiede entrambe. A scegliere di tutelarsi da questa tipologia di eventi sono soprattutto i capifamiglia con età compresa tra i 45-54 anni (10,2% contro le alluvioni e 8% contro i terremoti) e quelli con età tra 55-64 anni (11,3% e 8%).

La diffusione per area geografica di residenza non riflette i reali livelli di rischio ma la capacità reddituale che caratterizza le diverse parti del territorio italiano. La diffusione è maggiore tra le famiglie residenti al Nord-est (17,1% le polizze climatiche, 11,7% quelle sismiche) seguite dal Nord-Ovest e il Centro, che hanno una diffusione del tutto simile di coperture climatiche (10,2% e 10,3%, rispettivamente), mentre al Centro sono relativamente più diffuse le coperture sismiche (8,6% contro 6,3%), probabilmente a causa della maggiore vulnerabilità dell’Italia centrale. Sono molto più contenute le percentuali di penetrazione di entrambe le coperture nel Sud e nelle Isole, nonostante vi siano comprese zone caratterizzata da un’elevata vulnerabilità a entrambi i rischi.

I fattori chiave per la diffusione delle polizze: reddito e istruzione i più importanti

Il reddito condiziona fortemente la diffusione delle coperture assicurative: le famiglie più abbienti sono più assicurate di quelle con redditi bassi. In sintesi, una maggiore disponibilità economica permette di investire di più nella gestione dei rischi, anche quelli catastrofali.

La presenza di un mutuo ipotecario sull’abitazione principale fa aumentare la propensione ad acquistare una copertura contro le catastrofi: tale effetto però appare più legato alle condizioni contrattuali previste dal contratto di mutuo che a una reale percezione del potenziale beneficio ottenuto sottoscrivendo la polizza.

La relazione positiva tra titolo di studio e tasso di assicurazione è invece in prima battuta legato a una maggiore cultura della gestione del rischio tra le persone con un livello più elevato di istruzione.

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