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Il passeggero senza cinture paga con il conducente

9 ago 2017 | 3 min di lettura

il passeggero senza cinture paga con il conducente

Uno dei brutti vizi degli italiani al volante, soprattutto di coloro che non tengono in conto la sicurezza e magari poi si lamentano che il costo dell'RC auto aumenta, è quello di non allacciare le cinture di sicurezza. L'obbligo di allacciarle, introdotto nel 2006, ha compiuto 19 anni, eppure sono ancora tanti quelli che non rispettano la normativa e, quel che è peggio, non sono solo i conducenti, ma anche i passeggeri.

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Secondo un'indagine di Fondazione Ania per la sicurezza stradale, in Italia un guidatore su cinque non le utilizza e, se si tratta di ragazzi di passeggeri con età compresa tra 12 e 14 anni, soltanto il 48% le usa nei tragitti urbani. 

Pena pecuniaria ma niente decurtazione punti. La normativa sulla circolazione prevede sanzioni amministrative pecuniarie in caso di mancato uso delle cinture durante la guida, a carico del conducente e anche del passeggero. Eppure a poco sembra servire il precetto (chiaro) dell'articolo 126 bis del Codice della strada secondo cui il mancato utilizzo delle cinture rende responsabili, in modo autonomo e distinto, sia conducente che passeggero, il quale deve pagare i danni ma, unica consolazione, non si vedrà decurtare i punti dalla patente. Così, almeno, ha deliberato, nel 2007, la Corte di Cassazione, secondo cui: “il passeggero risponde circa il mancato uso della cintura di sicurezza con la sola sanzione pecuniaria”, senza insomma che vi sia decurtazione dei punti della patente. 

Non ci sono scuse per il guidatore distratto. Alla sentenza della Cassazione sezione civile, si è aggiunta di recente una pronuncia della sezione penale chiamata a deliberare in un caso di incidente nel quale il passeggero, sprovvisto di cintura allacciata correttamente, è stato sbalzato fuori dall'auto. Niente da fare. La Suprema Corte ha deliberato come sia sostanzialmente priva di contenuto (e dunque nemmeno da prendere in considerazione a livello giuridico) l'asserzione secondo cui il passeggero accampa “la pretesa impossibilità o difficoltà del conducente a constatare, in ragione del buio, il mancato uso della cintura di sicurezza” da parte del passeggero trasportato.

Se non ti allacci non parto. Nessuna distrazione, dunque, da parte del guidatore circa l'uso delle cinture sia da parte sua che da parte dei passeggeri trasportati. Altrimenti anche lui è responsabile in caso di incidente. Meglio ancora, come ha chiarito la Corte di Cassazione, “il conducente di un veicolo è tenuto a esigere che il passeggero indossi la cintura di sicurezza” in base alle regole di comune diligenza e prudenza. In caso di renitenza da parte del passeggero, ha di recente deliberato la Corte, il guidatore può “rifiutare il trasporto” oppure “omettere l'intrapresa della marcia”.  Tutto questo perché, spiega la giurisprudenza, “il conducente è tenuto alla sorveglianza dei passeggeri e deve imporre loro l'utilizzo delle cinture”, come da articolo 174 del Codice della Strada.

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