Dodici modi per ridurre il traffico
Dalla “tassa” sulla circolazione alle zone a traffico limitato
10 maggio 2022
Cambiano le abitudini e le politiche cittadine, ma grandi e piccoli centri faticano ancora a liberarsi del traffico. Due studiose svedesi, Kimberly A. Nicholas e Paula Kuss hanno provato a capire quali sono le soluzioni che – al di là di previsioni e buone intenzioni – funzionano davvero. Per farlo, hanno analizzato 800 relazioni e casi studio su misure adottate dalle città europee a partire dal 2010. Il risultato è “A dozen effective interventions to reduce car use in European citie”, ossia dodici misure che permettono di ridurre il numero delle auto e allentare il traffico.
Una “tassa” sulla circolazione
La prima misura, quella con un impatto maggiore, è l'introduzione della cosiddetta “congestion charge”, cioè di un “biglietto d'ingresso” che gli automobilisti devono pagare per circolare nei centri città. È un provvedimento adottato spesso anche in Italia. Secondo lo studio, permette di ridurre il traffico nei centri cittadini tra il 12 e il 33%.
Controllo e zone a traffico limitato
Un'altra misura dal grande impatto è il “controllo di parcheggi e traffico”. Si tratta di un pacchetto di provvedimenti basato su due capisaldi: ridurre i parcheggi disponibili per disincentivare l'utilizzo dell'auto e ridisegnare il tessuto urbano in modo da favorire la circolazione pedonale e in bici. Anche in questo caso, la riduzione del traffico è sostanziosa, tra l'11 e il 19%.
Creare zone a traffico limitato o precluse alla circolazione di auto, un'altra delle 12 misure individuate dallo studio, avrebbe un'efficacia simile, con un calo del traffico del 10-20%.
Congestion charge, controllo urbano e zone a traffico limitato sono le tre misure più efficaci. Non sono semplici da gestire, perché richiedono interventi strutturali e investimenti. Senza contare potenziali effetti collaterali (da ammortizzare) sul mercato delle auto e delle assicurazioni, o delle attività commerciali nelle aree interessate.
Traffico e lavoro
Nicholas e Kuss individuano anche altre misure. Tre di esse sono dedicate all'organizzazione degli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro: parcheggi a pagamento anche in azienda, servizi per la mobilità in favore dei pendolari e una pianificazione aziendale che migliori i viaggi e il comfort dei dipendenti che scelgono di non prendere la propria auto (o di condividerla).
Scuola e università
Discorso simile andrebbe fatto per gli studenti: le università dovrebbero dotarsi di “piani di viaggio” e di servizi per la mobilità. Per chi frequenta la scuola, servirebbe una pianificazione e una promozione (rivolta anche ai genitori) per favorire gli spostamenti in bici, a piedi o con auto private condivise (car pooling).
Car sharing e app
Lo studio raccomanda poi il car sharing: si stima infatti che ogni auto in condivisione presente in città possa sostituire tra le 12 e le 15 auto private. Tutti questi servizi devono essere resi convenienti e di semplice utilizzo. Per questo lo studio indica tra le 12 misure efficaci anche app per la mobilità sostenibile (il 73% degli utenti tende a usare meno l'auto) e “piani personalizzati”, ossia sconti per i trasporti pubblici o incentivi all'uso della bicicletta.
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