Casco e targa per bici e monopattini: a che punto siamo?
19 giu 2023 | 2 min di lettura
La proposta all'interno del nuovo Codice della strada
Riecco la proposta: targhe, assicurazione e casco obbligatorio per monopattini e (forse) per le biciclette. Se ne discute, in Italia e in Europa, da almeno un paio d'anni. L'occasione per introdurre nuove norme potrebbe essere il nuovo Codice della strada, che arriverà a breve in Parlamento.
I contenuti della riforma sono già stati anticipati, alla Camera, dal ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini. Dovrebbero esserci “modifiche puntuali al Codice”, combinate con con “una legge-delega per una riforma organica”.
Le nuove regole
Tra le novità, oltre a norme e pene più rigide per chi si mette alla guida sotto l'effetto di alcolici e stupefacenti, dovrebbero esserci aggiornamenti per biciclette e monopattini. La “mobilità dolce” non era disciplinata quando venne varato, nel 1992, l'attuale Codice della strada. E da allora molto è cambiato, tra flotte in sharing, veicoli elettrici e nuovi mezzi.
Salvini ha parlato di “casco, assicurazione, targa e freccia obbligatoria per monopattini e biciclette”. Poche ore dopo, però, in un'intervista al quotidiano Libero, ha ristretto il campo, affermando che i nuovi obblighi dovrebbero essere applicati solo ai monopattini.
In cerca di equilibrio
Monopattini e bici sono sempre più diffusi in ambito urbano. Anche nelle grandi città, la pianificazione si sta adattando per fare spazio alle piste ciclabili. Resta la necessità di trovare un equilibrio. Se da un lato ci sono esigenze di sicurezza inderogabili, dall'altro un eccesso di obblighi potrebbe condizionare settori capaci di rendere la mobilità più snella e sostenibile.
Le regole in Europa
L'Europa, dopo un lungo dibattito, ha deciso di non introdurre vincoli stringenti, lasciando piena libertà ai singoli Stati membri. Al momento, come sottolinea la Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab), la più grande associazione in Italia di ciclisti non sportivi, le normative descritte da Salvini “non esistono in nessun altro Paese europeo".
C'è un unico precedente, ricorda la Fiab: la Svizzera, dove però gli obblighi analoghi sono stati aboliti più di dieci anni fa, “perché ritenuti inutili e persino dannosi ai fini della sicurezza stradale”.
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