Biciclette bene “essenziale"? Il Portogallo taglia l’Iva
L'imposta passa dal 23% al 6%
16 dicembre 2022
Abbassare l'Iva è uno degli strumenti che uno Stato ha a disposizione per incentivare l'acquisto di un bene, rendendolo più economico. Il Portogallo ha deciso di fare questo passo sulle biciclette. L'Iva passa dal 23% al 6%. Un taglio netto, che rappresenta un messaggio e potrebbe innescare un domino ancora tutto da decifrare.
Il messaggio: usate la bici
Il messaggio è chiaro: il Governo portoghese vuole incentivare la mobilità sostenibile. E le biciclette sono, da questo punto di vista, un mezzo perfetto. È reputato, visto il livello dell'Iva al 6%, come un bene di prima necessità. In Italia, per fare un esempio, l'aliquota Iva ordinaria è al 22% (anche per le bici), ma è al 4% per alimenti come latte, formaggio e ortaggi.
L'effetto sui prezzi
Se il messaggio è netto, gli effetti della norma sono ancora da comprendere fino in fondo. A vendite costanti, il gettito Iva è inferiore. Ma, con il calo dei prezzi, è prevedibile che gli acquisti aumentino.
Esempio molto pratico. In Portogallo, una bici da 200 euro costava – con il ricarico dell'aliquota precedente – 246 euro. Adesso ne costa 212. Un incentivo indiretto, che potrebbero ripianare (in parte o del tutto) lo scarto percentuale grazie a volumi di vendite maggiori. Senza dimenticare il sostegno ai produttori, ai rivenditori, agli accessori e ai servizi, come le sempre più frequenti assicurazioni per le bici.
Le possibile conseguenze in Europa
Il domino però non si ferma entro i confini lusitani. L'effetto di lungo periodo potrebbe riguardare l'Unione europea: il Portogallo potrebbe essere un laboratorio per capire l'impatto della norma, in vista di un'adozione comunitaria, della quale si è già parlato nel 2021.
Nell'immediato, potrebbe pagare (e a caro prezzo) la Spagna. Madrid ha discusso una proposta simile, che avrebbe tagliato l'Iva sulle biciclette dal 21% al 10%. Ma è stata bocciata. L'agevolazione dei vicini potrebbe spingere rivenditori e clienti a comprare oltreconfine, soprattutto per le biciclette d'alta gamma. C'è quindi il rischio di azzoppare il mercato spagnolo. È l'inizio di un nuovo “protezionismo a pedali” o uno stimolo a riportare in parlamento la proposta di tagliare l'Iva sulle biciclette anche in Spagna?
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