Auto: nel 2022 impennata di furti, ma salgano anche i ritrovamenti
29 ago 2023 | 3 min di lettura

Il 2022 si conferma un anno nero per i furti di auto. L’incremento, pari al 18% rispetto al 2021, è stato il più elevato da oltre 10 anni per un totale di oltre 123mila veicoli rubati. Ogni giorno sono stati sottratti ai legittimi proprietari oltre 330 veicoli, tra auto, moto e mezzi pesanti. Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia sono le regioni più a rischio.
A fornire un quadro complessivo della situazione è il “Dossier sui Furti di veicoli”, elaborato da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp che ha raccolto e analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno sul 2022 integrandoli con report nazionali e internazionali sul fenomeno.
Più recuperi con la scatola nera a bordo
A rendere ancora più preoccupante lo scenario è anche il tasso di recupero che, pur se in lieve risalita, resta al 40%, a conferma di come queste attività siano oggi prerogativa di vere e proprie centrali di smercio e/o di smontaggio dei veicoli sottratti.
Nel 2022 73.465 veicoli sono spariti nel nulla. Il lieve incremento dei recuperi registrato lo scorso anno è in parte dovuto alla maggiore presenza di dispositivi di localizzazione a bordo delle vetture, come quelli utilizzati da alcune polizze Rc Auto, e in parte a una crescente attenzione verso la telematica di bordo da parte delle case automobilistiche.
A guidare la significativa crescita dei furti sta di fatto contribuendo anche l’utilizzo sempre più frequente da parte dei ladri di dispositivi hi-tech in grado di agevolare e rendere più rapida e meno vistosa la violazione dell’auto e la sua sottrazione. Secondo le stime LoJack elaborate anche sulla base delle attività di recupero realizzate a supporto della Polizia, oggi in Italia il 33% dei furti di vetture e SUV dotati di chiave contactless (che consente l’apertura/chiusura del veicolo a breve distanza), viene compiuto anche grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, in grado di beffare il proprietario della vettura in soli 30 secondi, anche quando ritiene di essere al sicuro.
L’indagine Lojack sfata anche alcuni luoghi comuni e svela due curiosità:
• i ladri d’auto si muovono principalmente di notte (nel 65% dei casi), quasi sempre nei giorni lavorativi della settimana (nel 90% dei casi);
• non è vero che a essere rubate sono soprattutto le auto appena comprate. Le vetture restano particolarmente attraenti per i ladri praticamente inalterato nei primi 3-4 anni, per poi iniziare a scendere sensibilmente dal 5 anno in poi.
La mappa delle regioni più a rischio
L’incremento dei furti di autoveicoli (vetture + furgoni + SUV), la fetta più significativa del mercato, si è spalmato più o meno omogeneamente su tutta la Penisola, portando oltre il livello di guardia il primato di Campania e Lazio, rispettivamente con 24mila e 15mila episodi. In crescita anche la performance della Puglia (+17%), che con 14.951 furti tallona il secondo posto del Lazio. Seguono Sicilia (12.638 casi e +37% sull’anno precedente) e Lombardia (8.508).
In queste 5 Regioni si verificano 75mila dei complessivi 89mila furti. Un elemento che conferma una volta di più come le organizzazioni criminali privilegino operare all’interno delle grandi metropoli o nei contesti del Sud Italia in cui le mafie hanno tradizionalmente radicato le proprie attività. Un caso a parte costituisce la Puglia che, nelle sue campagne, ospita un significativo e imprecisato numero di centrali di smontaggio di vetture rubate in grado, nel giro di una notte, di cannibalizzare una vettura e renderla quindi introvabile alle Forze dell’Ordine.
Il Lazio resta la regione in cui gli autoveicoli, una volta sottratti, fanno più difficilmente ritorno a casa: meno di 1 su 3 (il 32%) viene ritrovato. A conseguire la migliore performance in termini di recupero, tra le Regioni che possono contare su un’incidenza significativa del fenomeno, è l’Emilia-Romagna con quasi 2mila furti e un tasso del 60% di ritrovamenti.
Diverse, invece, sono le Regioni in cui i proprietari di un’auto possono dormire sonno tranquilli: in ben otto, Basilicata, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Molise, Trentino-Alto Adige e Umbria le sottrazioni non raggiungono i 600 casi l’anno.
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