Assicurazione, ecco dov'è più diffusa la scatola nera
Al primo posto si posiziona Caserta
28 ottobre 2021
Nelle clausole di molti contratti di assicurazione, è ormai da tempo prevista l’installazione della cosiddetta “scatola nera” (in inglese black box). Si tratta di un sistema telematico che, inserito a bordo dei veicoli assicurati, registra diversi dati, in grado di rilevare lo stile di guida tenuto dal conducente e di raccogliere informazioni preziose in caso di sinistro. Ma, esattamente, quanto è diffusa?
Nel secondo trimestre del 2021, il 20,8% dei contratti stipulati ha previsto l’installazione della black box. Nel complesso, il tasso di penetrazione su base nazionale è in calo rispetto all’anno precedente (-1,2%). Lo afferma il Bollettino Statistico dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass).
Dov'è più diffusa
L’Ivass ha anche analizzato l’utilizzo e la diffusione delle scatole nere nelle diverse province italiane. Guida la fila Caserta, dove quasi due contratti su tre (il 65,9%) hanno previsto una black box. A Bolzano, al contrario, i nuovi contratti con scatola nera si fermano al 4,1%.
La relazione tra prezzo e scatola nera
Da cosa dipende una differenza così marcata? Secondo l'analisi, l’utilizzo della scatola nera è più elevato in quelle province in cui il prezzo delle polizze è più alto rispetto alla media nazionale. Napoli, ad esempio, combina un prezzo medio salato (559 euro) e un'elevata incidenza delle polizze con scatole nere (54,2%).
I costi sembrano quindi essere un fattore determinante. Da una parte il cliente, accettando l’installazione della scatola nera, mette a disposizione dell’assicurazione diversi dati. Dall'altra, però, le compagnie accettano di abbassare i prezzi pur di rendere il controllo dei sinistri più rapido e trasparente. In aree dove le polizze sono particolarmente salate, quindi, l'incentivo a installare la scatola nera (presente ovunque) si amplifica.
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