Brexit: cosa accadrà agli assicurati con imprese UK?
9 ott 2018 | 3 min di lettura
L’Ivass, l’Istituto che vigila sull’operato delle compagnie assicurative, ha in questi giorni inviato una raccomandazione alle compagnie inglesi autorizzate ad operare in Italia affinché provvedano a informare i loro assicurati sugli effetti dell’uscita del Regno Unito dalla Ue. A suggerire questa strada era stata già nel mese di giugno l’Autorità europea delle assicurazioni (EIOPA) ricordando i doveri di informazione delle imprese di assicurazione.
L’Authority europea aveva infatti sollecitato le compagnie inglesi a comunicare agli assicurati sia il possibile impatto della Brexit sui contratti assicurativi in essere, sia le misure adottate per garantire, dopo la Brexit, la continuità del servizio e l’esecuzione dei contratti stipulati.
Per tutelare i clienti italiani, quindi, le compagnie inglesi devono comunicare le modifiche pianificate per assicurare che non vi sia alcuna interruzione nel servizio fornito nel nostro Paese.
In pratica dovranno, ad esempio, comunicare la modifica della forma societaria, l’eventuale spostamento della sede legale in altro Paese Ue, il trasferimento delle polizze ad altra compagnia di un altro Paese Ue con contestuale possibilità di recesso.
Che cosa potrebbe cambiare nel concreto per la clientela? Nonostante le incertezze relative alle modalità con cui avverrà la Brexit, e al rincorrersi di diverse ipotesi sugli accordi che il Regno Unito riuscirà o meno a raggiungere con la Ue, gli assicurati non vedranno venir meno le coperture già sottoscritte (che restano sempre valide), ma potrebbero doversi rivolgere a un’altra compagnia nel caso in cui la loro polizza venga ceduta da quella con cui era stata stipulata originariamente.
Il trasferimento della polizza ad un’altra compagnia non limiterà o modificherà le coperture assicurative esistenti né l’importo dei premi, tuttavia gli effetti della Brexit sui rapporti contrattuali tra i clienti e le compagnie assicurative dipenderanno anche dalla legislazione nazionale applicabile al contratto di assicurazione.
I contratti rimarranno validi, ma la capacità delle imprese del Regno Unito di fornire i propri servizi assicurativi agli altri Stati membri dell’Unione Europea cambierà e dipenderà dai piani di azione che ciascuna impresa ha adottato o sta adottando per assicurare la continuità dei servizi.
Proprio per superare questo momento di incertezza ed evitare che ad essere danneggiati dalla mancanza di informazioni siano proprio gli assicurati, l’Ivass, (che ricordiamo vigila sull’operato di tutte le compagnie assicurative attive nel nostro Paese, e quindi anche di quelle che hanno sede legale all’estero, ma sono abilitate ad operare in Italia), sul suo sito ha risposto già ad alcune delle possibili domande.
L’Ivass in particolare ribadisce con forza che non vi è motivo di chiudere un contratto di assicurazione solo a causa della Brexit perché dipende dalle specificità del singolo contratto.
“L’impresa di assicurazione con la quale è stato stipulato il contratto o l’intermediario assicurativo che lo ha proposto possono comunque fornire maggiori indicazioni e dare supporto nella valutazione delle varie opzioni. Il riscatto anticipato della polizza o la sua cessazione potrebbero essere svantaggiosi, ad esempio per le polizze vita a lungo termine, se la polizza prevede penali di riscatto o se offre rendimenti finanziari più elevati rispetto a quelli attuali di mercato”.
Che fare in caso di dubbi? Ci sono due alternative: se la domanda riguarda il proprio contratto occorre contattare l’impresa di assicurazione UK con la quale è stata stipulata la polizza, oppure occorre mettersi in comunicazione con l’intermediario (l’agente e altri operatori) attraverso il quale è stata acquistata.
Nel caso invece di richieste di approfondimento su temi generali, relativi all’impatto della Brexit sui contratti assicurativi, è possibile contattare il Contact Center dell’IVASS al numero verde 800.486.661
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