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Cosa cambia per la conciliazione

20 set 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Conciliazione obbligatoria in caso di sinistro stradale. Anzi no. A oltre due anni dall’introduzione della mediazione civile e commerciale, il decreto del fare convertito nella legge 98 del 2013, fissa nuovi paletti intorno alla conciliazione escludendo la materia dei risarcimenti del danno per incidenti stradali. Cosa succede per i cittadini, per chi l’ha utilizzata e per il futuro?

Coloro i quali volevano andare davanti al giudice, ma sono stati costretti a esperire un tentativo di accordo possono mettersi l’anima in pace: la mediazione valeva durante il periodo in cui era in vigore e l’attuale rimozione dell’rc auto non è retroattiva.

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Difficile, invece, che oggi qualcuno abbia ancora una vecchia mediazione in corso, vista la dichiarazione di incostituzionalità di un anno fa e la durata massima di quattro mesi prevista per la vecchia procedura.

Conciliazione “stop&go”

Lo scorso anno la Consulta dichiarò l’illegittimità costituzionale per eccesso di delega legislativa del decreto 28 del 2010 che introduceva l’obbligatorietà della mediazione. Non una bocciatura dello strumento in sé, ma dell’obbligatorietà di fare un tentativo di accordo prima di andare in giudizio: secondo la Corte Costituzionale il Parlamento aveva delegato il Governo a legiferare in materia, ma non a renderla obbligatoria.

Le intenzioni del Legislatore erano di creare un filtro attraverso la conciliazione, un modo per diminuire il carico dei giudici per materie come il condominio o le successioni, di importanza contenuta ma molto frequenti. A fronte di decine di migliaia di conciliazioni avviate, però, non si è avvertito l’effetto deflattivo che ne era alla base. Dalla voce del vicepresidente del Consiglio nazionale forense, dal marzo 2011 al dicembre 2012 (quando era in vigore la mediazione obbligatoria) i procedimenti andati a buon fine (ossia conclusi con l’accordo di conciliazione) sono stati un decimo.

E la prossima entrata in vigore della nuove edizione della media-conciliazione, da applicare temporaneamente in via sperimentale per i prossimi quattro anni, non sembra comunque convincere in primis proprio gli avvocati.

Ritorno al passato e nuovo impulso alla conciliazione Ania-Consumatori

Dentro le cause relative alla responsabilità sanitaria, fuori il risarcimento dei danni provocati di sinistri stradali. Dal perimetro della mediazione viene esclusa una delle materie per cui si litiga di più in Italia, visto che alcune ricerche parlano di oltre 300 mila cause relative all’Rc auto.

Ritorno al passato, dunque. Chi vuole ottenere un risarcimento danni a seguito di sinistro deve inviare raccomandata alla propria assicurazione o a quella della controparte, descrivendo l’accaduto, le responsabilità e quantificando danni a cose e persone.

Passati 60 giorni nel caso di danni alle cose, entro cui la compagnia assicuratrice deve formulare una proposta di indennizzo, l'interessato può avviare la causa avanti al tribunale competente per territorio.

Ma se una mediazione va, un’altra viene. Negli ultimi giorni l’Ivass, incontrando le associazioni dei consumatori, ha voluto rilanciare la conciliazione paritetica già esistente, ma poco conosciuta e utilizzata. Uno strumento alternativo di risoluzione delle controversie per i sinistri di valore non superiore a 15 mila euro. Il danneggiato deve attivarsi attraverso un’associazione di consumatori e poi la questione deve essere discussa in camera di conciliazione con un rappresentante delle imprese (Ania) e uno dei consumatori. La procedura si chiude in 30 giorni.

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