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Come evitare le truffe

9 set 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Truffa ai danni… dell’assicurato. Se è frequente sentire che le forze dell’ordine hanno arrestato utenti che hanno fanno carte false per simulare incidenti e ottenere risarcimenti gonfiati o che, per abbattere il costo della polizza Rc auto, hanno cambiato residenza in modo fittizio, ultimamente sta diventando altrettanto frequente scoprire che le “carte false” arrivano proprio da alcune compagnie assicurative.

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A detta dell’Isvap, il 2011 sembra essere diventato l’anno record per quel che riguarda le polizze assicurative contraffatte. Sono migliaia i contrassegni falsi che ogni mese vengono segnalati dalle autorità e dall’inizio dell’anno l’Isvap ha emesso decine di comunicati relativi a compagnie fantasma. Le stime di inizio anno indicano 3 milioni di polizze Rc auto false in circolazione, dati estrapolati grazie alle banche dati Aci e Ania su 45 milioni di polizze circolanti.

I motivi dell’aumento del fenomeno? Sicuramente le politiche d’incremento dei costi delle compagnie che rendono agli occhi dei cittadini attraente la polizza a prezzo basso, soprattutto in una fase di crisi economica come quella attuale. E poi la scarsa informazione degli clienti. Società non abilitate a operare in Italia o ufficialmente autorizzate a operare ma non per il ramo auto sono i casi più frequenti di truffa. Due scoperte recenti dell’Isvap: DARAG Deutsche Versicherungs und Rückversicherungs AG (Germania), Yara (Gran Bretagna).

Chi circola con un contrassegno finto e inesistente è come se non lo avesse. Quindi potrà essere sanzionato e gli si può anche sequestrare il mezzo. Non solo avrà problemi in caso di incidente ma li creerà anche agli altri soggetti coinvolti, che saranno costretti a ricorrere al fondo vittime della strada.

Per evitare in anticipo la truffa, ci sono allora due semplici regole da seguire:

-  controllare se la compagnia riportata è abilitata ad operare in Italia, ma sopratutto se è abilitata al ramo Rc auto e lo si può fare tranquillamente consultando il sito Isvap; questo perché se una compagnia è abilitata ad operare in Italia non vuol dire che lo sia anche nel settore Rc auto. Occhio anche ad alcune compagnie straniere che utilizzano nomi simili ad altre società che lavorano in Italia, in modo da poter confondere più facilmente il malcapitato;

- verificare che l’intermediario sia abilitato alla professione di assicuratore consultando il Registro Unico Isvap sul sito dell’autorità. Il fatto che l’intermediario non sia abilitato non vuol dire necessariamente che la polizza sia una truffa ma, in generale, è meglio diffidare perché probabilmente sono soggetti che non hanno i requisiti per svolgere la professione.

Per accertarsi di essere finiti o meno nella rete dei truffatori e denunciare la compagnia, la regola d’oro è verificare concretamente la qualità del tagliando alla vista e al tatto, come se volessimo controllare se una banconota è vera o falsa. Il colore del tagliando quando vero non crea alcun dubbio, ma la cosa più importante da verificare è il tratteggio ai lati del tagliando (quello che serve a staccarlo dal certificato di assicurazione) che devono essere presenti se il tagliando è originale.

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