Assicurazioni, il 10% dei sinistri finisce in tribunale
11 apr 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Che fossimo un popolo litigioso e pronto a ricorrere ai tribunali senza esitazione è cosa risaputa, lo dimostrano il numero delle cause pendenti, civili e penali in ogni grado di giurisdizione, nel solo comparto RC Auto e Natanti: 247.338.
La buona notizia, però, c'è: secondo i dati diffusi dall'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) relativi al periodo 2010-2016, il numero di contenziosi è in calo del 18,3% in questi 6 anni.
Una riduzione insufficiente a quanto pare, visto che la percentuale di sinistri che finiscono in tribunale è piuttosto elevata: il 9,8% del totale (la media annua nel 2007-2009 era 6,5%). Le cause civili chiuse nel 2016 sono 156.885 e superano le nuove aperture, pari a 143.845. Sono state chiuse il 41% delle cause gestite dai Giudici di Pace e il 29% presso Tribunali nonché il 25% delle cause di II grado.
Un dato che preoccupa e che getta una luce sinistra sullo stato della Giustizia in Italia è quello sui tempi particolarmente lunghi: le cause relative a sinistri avvenuti negli anni 2011 e precedenti (anzianità superiore a 5 anni) sono pari al 29% del contenzioso civile e al 28% per quello penale. L’importo a riserva per le cause pendenti a fine 2016 è pari a 6.849 milioni di euro, il 35% di quella complessiva dei rami RC Auto e natanti.
Ma cosa vuol dire? Per ogni causa in atto la compagnia assicurativa interessata accantona una somma da destinare all'assicurato nel caso in cui il giudice decida in favore di quest'ultimo. Ciò vuol dire tenere ingenti capitali bloccati, che rallentano l'economia e l'intero settore. Questo è ancora più incisivo quando si tratta di una causa penale dove i risarcimenti possono raggiungere cifre particolarmente elevate.
Il contenzioso assicurativo, fa sapere l'Ivass, costituisce un’importante fonte di rischio per le imprese nel ramo RC Auto e Natanti e, soprattutto, un grave disagio per i consumatori/danneggiati, pertanto l'Istituto si impegna a condurre nuove analisi sul fenomeno e invita gli assicuratori a intervenire per un suo contenimento, dotandosi di efficaci presidi organizzativi.
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