350 mila auto invendute: ora servono incentivi
1 giu 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Richieste misure a sostegno dei veicoli ad alimentazione tradizionale
Immaginate una distesa immensa quanto centinaia di campi da calcio tutti pieni di auto nuove di zecca ferme ad attendere un compratore. È l'effetto del Coronavirus sul settore che in Italia ha prodotto 350 mila auto completate prima dell'emergenza e che a causa del blocco sono rimaste invendute. Una situazione che fa paura al comparto e che teme il trasformarsi di questi parchi da deposito temporaneo a cimitero definitivo, visto che ad oggi la compravendita di auto non è certo decollata.
La buona notizia è che anche sul fronte governativo spunta un'apertura verso nuovi incentivi al mercato della mobilità non solo appannaggio dell'elettrico o dell'ibrido com'è oggi. Ne ha parlato la sottosegretaria allo sviluppo Alessia Morani del Pd secondo cui “occorre introdurre uno strumento-incentivo che sul 2020 e il 2021 consenta di smaltire lo stock di auto prodotte e che hanno comunque standard elevati per la riduzione delle emissioni”. Ne avevamo parlato negli approfondimenti di maggio (https://www.assicurazione.it/assicurando/decreto-rilancio-troppo-poco-per-il-settore-auto.html e https://www.assicurazione.it/assicurando/auto-elettriche-anche-l-ue-pensa-a-nuovi-incentivi.html) anche perché le associazioni di categoria spingono per misure a sostegno.
Il concetto è semplice: continuando a incentivare solo ibride ed elettriche il numero di nuove auto messe in circolazione resta ridotto. Allargando gli incentivi anche alle auto ad alimentazione tradizionale, ma con elevati standard ambientali, si ottiene un rinnovo più deciso del parco auto italiano, gravato da un'alta età media dei mezzi circolanti.
Chi spinge per mantenere le misure più drastiche vede questo allargamento come un compromesso al ribasso, i più ottimisti sperano che l'emergenza Covid-19 porti a un radicale cambiamento nelle nostre abitudini e considerano questo il momento migliore per una rivoluzione della mobilità urbana tra biciclette e similari, auto elettriche e mezzi pubblici. È anche vero che ad oggi la crisi economica già morde diverse fasce della popolazione e che queste penseranno anzitutto all'essenziale prima di avventurarsi nell'acquisto di una nuova auto.
Che fare dunque? Sperare in una rivoluzione con il rischio di un flop, o accontentarsi di un piccolo ma più sicuro passo avanti nella modernizzazione del parco auto? Le risposte arriveranno nelle prossime settimane.
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