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Rc auto in aumento: +18% in un anno

26 apr 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

rc auto in aumento 18 in un anno

I rincari hanno riguardato tutte le regioni

RC Auto: risparmia fino a 500€*
RC Auto: risparmia fino a 500€*

I prezzi dell’assicurazione auto continuano a salire. Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio Facile.it in appena 12 mesi, il premio medio pagato in Italia per assicurare un veicolo a quattro ruote ècresciuto del 18% arrivando a 525,98 euro. Il problema principale resta l’inflazione che a livello internazionale sta portando ad aumenti del costo della vita ad ogni livello.

I dati sulla Rc auto

Secondo i dati Facile.it basati su oltre 13 milioni di preventivi effettuati sul sito, l’incremento a doppia cifra si è avuto in tutte le regioni italiane. In Abruzzo gli aumenti maggiori con +25,1% anno su anno, seguono Puglia e Marche con +24,4%. Aumenti più contenuti per Calabria (+12,5%) e Campania (+13,6%).

Anche secondo i dati diffusi dall’Ivass (relativi all’ultimo trimestre del 2022) nel nostro Paese si registra una preoccupante impennata dei prezzi anche nel settore assicurativo. Secondo l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, il premio medio del quarto trimestre 2022 è stato pari a 362,7 euro, in rialzo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Prezzo in salita anche rispetto al primo e al secondo trimestre 2022, quando il valore si attestava sui 353 euro.

La proposta: aumentare i carburanti per risparmiare sulla Rc auto

Per fronteggiare l’aumento dei prezzi il governo sta studiando una misura che farà discutere: ridurre il costo dell'assicurazione auto alzando i prezzi dei carburanti. L’idea parte dal presupposto che l’assicurazione auto è obbligatoria per legge, quindi chiunque possieda un mezzo deve averla. Tra le ipotesi c’è questa: eliminare l’imposta provinciale che grava sull’Rc - che varia tra il 12,5% e il 16% del premio base - trasformandola in un’accisa sul carburante, che quindi inciderebbe sul prezzo di benzina e diesel.

Per un automobilista medio (che percorre circa 10mila km all’anno su un’auto di segmento medio) ci sarebbe un minimo di risparmio, trai i 26 e i 33 euro l’anno; per chi percorre molti chilometri o per chi guida veicoli con consumi elevati, invece, ci potrebbero essere dei “rincari non trascurabili”. Ad esempio chi guida per almeno 20mila km l’anno avrebbe un aggravio finale di circa 14 euro.

Siamo appena usciti da una grave fibrillazione sui carburanti che aveva fatto schizzare i prezzi oltre i 2 euro. Già il governo Draghi era dovuto intervenire in fretta per calmare l’impennata e per quasi tutto il 2022 abbiamo avuto i sudori freddi ogni volta che la spia della riserva si accendeva. C’è da chiedersi se sia davvero il caso di intervenire su benzina e diesel già molto cari nel nostro Paese. Senza considerare che da anni si discute sul togliere le accise, aggiungerne una nuova sembra quantomeno controcorrente.

L’inflazione: la tassa sui poveri

Spostare la tassazione da un capitolo a un altro non sembra una soluzione lungimirante. La vera speranza è che finalmente si arresti questa spirale di rialzi, ma perché ciò accada è necessario che cessino le tensioni internazionali, guerra in Ucraina in primis, ma dal fronte purtroppo non arrivano cenni di pace. C’è poi da considerare che, anche se la guerra dovesse concludersi a breve e si calmassero i prezzi di materie prime ed energia sui mercati internazionali, non è detto che per il consumatore finale la situazione migliorerebbe in fretta. Una metafora descrive l’inflazione: è come il dentifricio uscito dal tubetto, difficile farlo rientrare.

L’inflazione è uno dei fenomeni più odiosi perché colpisce soprattutto le fasce più povere. Chi ha un maggiore potere d’acquisto risente meno dei rincari, chi vive del suo lavoro con un reddito fisso vede limitarsi le sue possibilità di spesa. Una vera e propria “tassa” sui poveri che pagano il dazio maggiore.

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