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Mercato auto ancora in affanno: aprile -33%

2 mag 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Ancora un tonfo per il mercato auto. Ad aprile le vendite sono calate del 32,98% rispetto ad aprile 2021. Il confronto è ancora più pesante rispetto al pre pandemia: -44,4% su aprile 2019. I motivi alla base di questo ulteriore rallentamento non vanno ricercati solo nella situazione di incertezza odierna, ma anche nel problema delle forniture. Il blocco dei microchip e la difficoltà di reperimento dei semiconduttori permane a livello internazionale e si pensa che una soluzione potrà arrivare solo nel 2023.

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I dati del mercato auto aprile

Vediamo nel dettaglio cosa è successo. Il mese scorso le immatricolazioni sono state 97.339 con un calo del 32,98% su aprile 2021 e del 44,4% sullo stesso periodo del 2019. Disastroso anche il bilancio del primo quadrimestre con un crollo del 26,5% sul primo quadrimestre 2021 e del 38,9% sullo stesso periodo del 2019. A marzo infatti si era segnato un -29,7% e a febbraio -22,6%.

Il problema comincia a farsi complicato perché praticamente dall’inizio della pandemia il settore continua a perdere terreno. Il 2020 è stato l’annus orribilis, proprio perché il blocco alla mobilità praticamente in tutto il mondo ha fatto sì che molti rinunciassero all’acquisto dell’auto. Anche dopo i lockdown le conseguenze economiche hanno frenato il comparto. Non c’è stato neanche un rimbalzo sufficiente nel 2021 che ha fatto segnare un debole +5% sul 2020.

Si può praticamente parlare di due anni di crisi e non sono pochi per un settore che solo in Italia vale il 12% del Pil e centinaia di migliaia di posti di lavoro, per non parlare dei stetori ad esso connessi, come quello assicurativo.

Gli incentivi insufficienti

Erano stati annunciati già da molto tempo e accolti con gioia dagli operatori ma il ritardo tra il dire e il fare è decisamente troppo. Il 6 aprile il Governo ha finalmente adottato gli incentivi promessi con un DPCM, ma ad oggi non sono ancora operativi.

L’entrata in vigore degli incentivi però potrebbe portare allo sblocco della domanda per circa 200mila autovetture. Un contributo importante ma non decisivo. Questo pacchetto di incentivi ha il pregio di avere una prospettiva di lungo termine (nella pianificazione iniziale è stato previsto un miliardo di euro all’anno fino al 2030), ma ha anche alcune lacune. La prima è che è limitato solo ai privati cittadini, non permettendo dunque a imprese che magari gestiscono grandi flotte di potervi accedere. È vero che rischierebbero di prosciugare troppo in fretta i fondi, ma l’incisività ne guadagnerebbe.

La transizione ecologica

Anche negli incentivi sono ovviamente privilegiate le auto elettriche. Questa fase di transizione però si sta complicando: abbiamo spesso sottolineato le difficoltà nella rete di infrastrutture che, fatto salvo per alcune grandi città, è ancora carente nei punti di ricarica. Lentamente comunque si procede a questo passaggio, ma dai dati è facile vedere come molti siano ancora restii.

Delle 97mila vetture immatricolate ad aprile, con 3.050 unità le elettriche (BEV) hanno ridotto al 3,1% la loro quota sul totale, mentre le ibride plug-in (PHEV) con il 5,6% sono riuscite a tenere la posizione. Le ibride, seppur in calo in volume, salgono al 35% di rappresentatività in aprile (34.524 nel complesso), con le “full” hybrid al 9,2% (9.046 auto) e le “mild” al 25,8% con 25.478 vetture. Nel cumulato le ibride coprono il 34,1% delle preferenze. Ancora in calo benzina (26.664 unità) e diesel(20.762), che perdono rispettivamente il 42,9% e 38,5% delle immatricolazioni, portandosi al 27% e 21% di quota.

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