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La tabella nazionale dei danni

19 apr 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

In rampa di lancio il decreto che uniforma i valori dei risarcimenti per gravi danni biologici alla persona. Lo schema di dpr dei primi di aprile che attua l’articolo 138 del Codice delle assicurazioni ha l’obiettivo di fissare «in maniera univoca ai fini del risarcimento del danno in sede assicurativa Rc-auto i valori economici e medico legali per la valutazione del danno alla persona derivante da lesioni che abbiano determinato invalidità di lieve entità e di quelle colmerete tra 9 e 100 punti».

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I criteri di risarcimento puntano a essere certi e uniformi, per dare garanzie ai danneggiati ed eliminare le differenze territoriali, rendendo più sostenibile la spesa per le compagnie, con possibile diminuzione dei premi delle polizze. Anche perché sono circa 5,7 miliardi di euro i risarcimenti pagati nel 2010 e riguardanti macrolesioni e decessi.

La nuova tabella in questione, però, riguarda soltanto il danno biologico “standard”, a cui si deve sommare, in fase di valutazione, anche l’eventuale danno morale, ovvero gli effetti della menomazione fisica sulla vita di una persona.

Ok da imprese e consumatori. “No alla firma” da vittime e avvocati

Partito dei favorevoli contro quello dei “no”. Uno strano schieramento composto rispettivamente dalle compagnie e dalle associazioni dei consumatori da un lato e gli operatori del diritto e le vittime della strada dall’altro.

Soddisfatti l’Ania e i consumatori, che ne sottolineano i vantaggi: viene meno la discriminazione nel calcolare i valori da parte dei vari Tribunali. Il presidente del Forum Ania-Consumatori, Silvano Andriani,

ha sottolineato l’importante “stop” alle incertezze giurisprudenziali che nel tempo hanno fatto aumentare i costi per le compagnie e quindi i premi delle Rc. La sostenibilità dei bilanci delle compagnie migliorerebbe e, di conseguenza, ci si aspetterebbe la discesa dei prezzi che fin da subito potrebbe essere dell’ordine del 5%.

Sul fronte opposto si sprecano gli appelli a non firmare delle vittime della strada, giuristi, esperti di infortunistica stradale e avvocati. Contestano la drastica riduzione in arrivo e parlano di regalo alle imprese assicuratrici. Chi si appella al Capo dello Stato per non firmare sostiene infatti che si tratta di un provvedimento non necessario se non proprio inutile, visto che a livello nazionale è stato dato un riconoscimento formale dalla Cassazione alle tabelle predisposte dal tribunale di Milano, sempre aggiornate (l’ultima revisione è di fine marzo). Questi parametri già esistenti hanno l’ulteriore aspetto positivo di inglobare anche il danno morale e offrono indennizzi più alti. Ed è questo il punto nodale: se approvato, il dpr taglierebbe di quasi la metà i risarcimenti del danno alla persona.

Oltre a una questione di merito, poi, ce n’è una anche di metodo. L’approvazione di una riforma simile con un decreto anziché con una legge o un decreto legislativo, l’illegittimità legata ai tempi della delega al Governo (tecnico e dimissionario) ormai scaduti, l’incostituzionalità rispetto all’articolo 3 della Carta che porterebbe a parificare il trattamento di situazioni molto diverse soltanto per via della genesi del fatto illecito.

Un esempio di com’è e come sarà: un 35enne che ha perso una mano in un incidente (danno biologico del 50%) in base alla tabelle del Tribunale di Milano oggi sarebbe risarcito fino a massimo 480.000 euro, compresi i danni morali; con le nuove tabelle del dpr in fase di approvazione l’indennizzo ammonterà a 222.000 euro.

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