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Le zone 30 aumentano l’inquinamento: ecco perché

27 lug 2024 | 2 min di lettura

limite 30 orari

Le zone 30 stanno proliferando nelle grandi città. Abbassare il limite di velocità rispetto a quello urbano ordinario ha alcuni vantaggi:

  • minor inquinamento acustico,
  • migliore convivenza tra auto, pedoni e ciclisti,
  • più sicurezza stradale.

Ci sono però anche alcuni effetti collaterali. Scopriamoli insieme.

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I controversi dati del Mit

Secondo uno studio del Mit Senseable City Lab, le zone 30 allungherebbero (seppur di poco) i tempi di percorrenza e (soprattutto) aumenterebbero l’inquinamento atmosferico. La ricerca, presentata durante il terzo forum di The urban mobility council, il think tank della mobilità promosso dal Gruppo Unipol, ha analizzato nello specifico la città di Milano.   

Perché le zone 30 inquinano

Il dato più interessante riguarda l’inquinamento. Ridurre la velocità al di sotto dei 30 km/h aumenterebbe le emissioni di CO2 dell'1,5% e del 2,7% quelle di particolato, particolarmente nocivo per la salute umana.
 

Come mai? Il Mit Senseable City Lab spiega che i motori termici attuali sono progettati per esprimere la migliore efficienza di consumo intorno ai 70-80 km/h. Procedere più lentamente, quindi, provocherebbe maggiori emissioni.    

L’impatto sui tempi di percorrenza

Alla minore efficienza si aggiunge un, seppur piccolo e molto eterogeneo, allungamento dei tempi di percorrenza. Si perdono in media tra i 2 secondi (in uno scenario di riduzione dei limiti in tutte le strade della zona più centrale di Milano) e gli 89 secondi (se le zone 30 fossero estese a tutte le strade non primarie sull'intero territorio cittadino).
 

Tuttavia, sottolinea lo studio, i dati medi riescono a raccontare il quadro complessivo fino a un certo punto. Ci sono infatti ampie differenze di percorrenza nei diversi quartieri (più o meno trafficati) di Milano.    

Dai dati al benessere

Il direttore del Mit Senseable City Lab, Carlo Ratti, ha sottolineato che lo studio è un punto di partenza. Serviranno ulteriori approfondimenti. Una mano, ha spiegato Ratti, potrebbe arrivare dalle applicazioni telematiche delle assicurazioni auto e dalle scatole nere, capaci di monitorare le auto e fornire informazioni importanti. I dati, aggregati e analizzati, potrebbero suggerire agli amministratori le soluzioni migliori per rendere le città più sane e vivibili.

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