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Sciopero dei taxi 5 e 6 luglio, disagi in tutta Italia

2 lug 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Obiettivo della protesta il Ddl Concorrenza

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Due giornate di fuoco e non solo per le temperature. Il 5 e il 6 luglio 2022 è stato proclamato uno sciopero generale dei taxi della durata di ben 48 ore per protestare contro il Ddl Concorrenza che apre alla possibilità di ingresso nel mercato italiano di operatori internazionali come Uber. Dopo le proteste contro i rincari dei carburanti, I tassisti sono pronti a dare battaglia.

La legge che cambia le regole

Il Ddl Concorrenza in oggetto è ancora quello del 2021 in cui si puntava, tra le altre cose, a ridefinire la disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea (taxi e Noleggio Con Conducente), adeguando l’offerta (la parte incriminata è nell’articolo 10) “alle nuove forme di mobilità esistenti che utilizzano app e piattaforme tecnologiche”. Per esempio Uber, Free Now e altri operatori.

Il provvedimento delega il Governo ad adottare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore, un decreto legislativo per la revisione della disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea. Questo decreto, al fine di promuovere la concorrenza nel conferimento delle licenze e garantire una miglior tutela del consumatore, punta ad adeguare l’offerta alle nuove forme di mobilità esistenti che utilizzano app e piattaforme tecnologiche.

Ci sono poi anche norme per combattere l’abusivismo, inasprendo le sanzioni per combattere il fenomeno, ma non c’è dubbio che il nocciolo della questione resti l’apertura alle app.

Lunedì 4 luglio la vice ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Teresa Bellanova ha nuovamente convocato i sindacati per trovare una mediazione in extremis. Ma in tutta probabilità non si riuscirà a scongiurare la protesta.

La replica dei tassisti

“Siamo contrari a una riforma del settore che si basi solo su logiche economiche che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico erogato, consegnando la gestione del settore a intermediari e relegando la funzione del tassista a quella di un fattorino su quattro ruote, sfruttato e senza diritti ma con tutti i rischi che sono a carico di un imprenditore”, ha dichiarato Claudio Bontempi, di CNA Piemonte.

L'iniziativa, osserva Carlo Baglione, presidente per la categoria taxi di Confartigianato Imprese Piemonte, è diretta contro un provvedimento che ha per "unico obiettivo consentire a piattaforme multinazionali di monopolizzare la domanda con una intermediazione sregolata, che verosimilmente costringerà i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro e lo sviluppo dell'artigianato, eludendo il principio di competenza esclusiva e sussidiaria delle Regioni e minando la responsabilità sociale a cui deve tendere la libera iniziativa privata."

La concorrenza e la qualità

La concorrenza è da sempre il modo migliore per ottenere maggiore qualità e prezzi più bassi per il consumatore. Finché un’azienda o un gruppo di persone avrà il controllo di un certo settore non ci sarà mai un miglioramento concreto. Lo specifica anche il disegno di Legge che parla esplicitamente di standard qualitativi più elevati.I tassisti sono da sempre contrari all’ingresso di vettori come Uber o Lyft che, grazie alla logica dello sharing, possono offrire tariffe più basse.

Ma anche sul fronte della qualità ci sarebbe da dire perché tutte le piattaforme (già da anni presenti in altri Paesi) prevedono un sistema di valutazione da parte del cliente non appena termina la corsa. I pagamenti poi avvengono tutti attraverso la carta di credito, come succede per il car sharing, il che sarebbe anche un punto a favore della lotta all’evasione fiscale.

I tassisti protestano perché hanno acquistato le licenze a caro prezzo e adesso lavorano in regime di sostanziale monopolio, ma la modernità continua a bussare ormai da anni alle porte del nostro Paese, non possiamo tenerla chiusa fuori per sempre.

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