Patente a punti: cosa è successo dalla riforma del 2003
23 ott 2017 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Alzi la mano chi conosce il saldo punti della propria patente. Pochi, pochissimi. C'è da ipotizzare che a saperlo siano solo i più indisciplinati al volante che, dopo un'infrazione che comporta la perdita dei punti patente, hanno ricevuto la lettera di avviso dal ministero dei Trasporti. In generale si è perso l'interesse per il sistema, anche se quando fu introdotto, nel 2003, fece scalpore e sembrava non si parlasse d'altro.
Secondo un dossier realizzato dall'Osservatorio Assicurazioni di Facile.it, pubblicato in esclusiva dal Corriere della Sera a firma del giornalista Alessio Ribaudo, sono oltre 20mila i guidatori italiani che hanno azzerato il loro bonus. Mentre considerando quelli agli sgoccioli (da 0 a 9 punti) sono 93.810, per un totale di 122,5 milioni di punti decurtati dal 2003 a oggi.
Interessante è la mappa dei “cattivi”. A sorpresa guardando i dati in proporzione (numero totale di residenti abilitati alla guida in rapporto al numero di quelli che i punti li hanno persi tutti), in testa c'è il Friuli Venezia Giulia, davanti a Calabria, Campania, Lombardia e Piemonte, anche se in numeri assoluti in testa c'è la Lombardia. La città meno virtuosa è Napoli, seguita da Milano e Roma.
Perdere i punti della patente fa spendere di più per l'assicurazione? Non direttamente. Al momento di stipulare una polizza auto, non ci viene chiesto il saldo punti. Effettivamente non è per forza sinonimo di guida spericolata, poiché si possono perdere punti anche parcheggiando su un posto riservato agli invalidi per esempio, tuttavia la gran massa dei punti persi è da attribuire alle infrazioni relative all'elevata velocità. In tal senso un collegamento con l'assicurazione ci può essere: una guida pericolosa può portare facilmente a incidenti e quindi a perdere classi di merito.
L'opinione più diffusa sulla patente a punti sembra essere quella per cui al momento della sua introduzione ha rappresentato un metodo efficace per la sicurezza stradale, ma che passata l'attenzione sul tema tutto è tornato più o meno come prima. Sono in molti ad auspicare ora una nuova riforma che inasprisca quella esistente e permetta un intervento più rapido ed efficace sui comportamenti pericolosi alla giuda, così da ridurre il numero di incidenti.
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