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Mercato auto, già -21,2% nel 2022

28 feb 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

Gli aiuti al mondo dell’auto devono arrivare in fretta. Non ci sono alternative a uno scenario preoccupante per il mercato: nei primi due mesi del 2022 si registra un record negativo di immatricolazioni, solo 218mila che equivalgono al 36,4% in meno rispetto al 2019, e -21,2% rispetto al 2021 anno che era già condizionato dalla pandemia.

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Gli incentivi statali

Il Fondo per l’automotive inserito nel Decreto Energia di qualche giorno fa è passato con grande soddisfazione per gli operatori e prevede 700milioni di euro nel 2022 e un miliardo all’anno per i prossimi anni fino al 2030.

I fondi non saranno tutti destinati all’eco-bonus, ma saranno ripartiti tra misure per la domanda (quindi gli incentivi all’acquisto come appunto l’eco-bonus) e per l’offerta, nella fattispecie per riconversioni della filiera produttiva, con interventi a sostegno della ricerca, del lavoro, della formazione.

Sembrerebbe tutto molto bello. Invece no. Il problema di questi giorni è che dopo l’approvazione del decreto, è necessario un Dpcm (Decreto della Presidenza del Consiglio) perché gli aiuti partano davvero. In questo ulteriore passaggio si saprà qual è la ripartizione tra domanda e offerta. Le indicazioni che arrivano dall’esecutivo sembrano voler privilegiare l’eco-bonus, quindi aiuti diretti per chiunque voglia cambiare l’auto. L’attesa di questo provvedimento è essa stessa un fattore negativo per il mercato perché fa rimandare l’acquisto a chiunque ne abbia intenzione, in attesa degli aiuti.

Quali mezzi saranno incentivati

Un altro tema importante sugli incentivi riguarda la tipologia di auto che saranno comprese. Se è ovvio che in primis verranno privilegiate auto elettriche e ibride, c’è uno spiraglio anche per le auto ad alimentazione tradizionale.

Il ministero dello Sviluppo Economico ha già espresso la sua preferenza per allargare la platea di auto incentivate anche a diesel e benzina purché a basso impatto ambientale: solo le Euro 6 che garantiscono emissioni inferiori a 135 grammi di CO2 per chilometro.

Non è scontato, ma sembra essere necessario soprattutto alla luce delle vendite di veicoli green in Italia che pur rafforzandosi non riescono a sfondare. Il problema sembra essere anzitutto infrastrutturale: le colonnine di ricarica sono ancora poche e gli automobilisti ancora non si fidano a passare a un mezzo totalmente elettrico. Bisogna infatti fare una distinzione tra chi vive in grandi città, dove ormai le ricariche sono abbastanza diffuse, e chi vive in piccoli centri o in zone più isolate.

Lo dimostra un dato interessante: seppur l’Italia rappresenti il terzo mercato in Europa per motorizzazione alternativa, dopo Germania e UK e prima della Francia, la maggior parte dei veicoli di questo tipo venduti sono ibridi. Il full electric si ferma al 9-10% del mercato, circa la metà rispetto alla media europea (19,2% nel 2021).

In questo momento è indispensabile sostenere il mercato auto e i settori ad esso connessi, come quello assicurativo. Le misure di sostegno sono state giudicate positivamente anche perché spalmate su diversi anni, quindi più strutturali. Bisogna ora lavorare con maggior lena sulle infrastrutture per il passaggio all’elettrico e sulla ripresa economica in generale. Il vero incentivo per un acquisto importante come quello di un’auto è la fiducia verso il futuro.

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