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Buoni segnali rami vita e danni
Il mercato si rimette in carreggiata
30 giugno 2014Segnali positivi nel mondo assicurativo. Bankitalia, Antitrust, Ivass e compagnie positive sui numeri del settore vita e danni. L’incertezza economica del Paese e più in generale dell'Europa, sia nel settore finanziario sia in quello dell'economia reale, non riesce più a contrastare un mercato in “miglioramento nonostante” e che ha voglia di riprendersi. Le società del mondo assicurativo sono pronte a tornare a investire in prodotti innovativi per allargare sempre più il mercato, garantire un rendimento stabile e incrementale ai risparmiatori e a darsi l'obiettivo contemporaneamente di sostenere l’economia reale. In attesa di leggi più chiare, di un sistema riformato e magari di qualche incentivo fiscale ben assestato.
Bankitalia, salgono gli utili
Nel rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia presentato lo scorso mese agli stakeholder e ai media è stato confermato un “fragile” ma continuo miglioramento del quadro. E così si scopre che nei primi tre mesi dell’anno le assicurazioni hanno avuto un’impennata nella raccolta premi con un +35% del ramo vita rispetto allo stesso periodo del 2013.
Male il ramo danni, in particolare auto e moto, che cala del 5% a fine 2013, ma che resiste per redditività negli investimenti dove si conferma la preferenza per i titoli di Stato italiani.
Ania: “Pronti a investire”
Le compagnie vogliono dare respiro alle piccole e medie imprese che patiscono la stretta al credito e lo fanno puntando su una campagna che sensibilizzi il risparmiatore a investire a lungo termine. Al Governo l’Associazione nazionale chiede leggi chiare e favorevoli a questo tipo di investimenti con incentivi di carattere fiscale per sostenere l’economia reale. Un esempio? Dimezzare le tasse per quei risparmiatori che sottoscrivono polizze che investono in infrastrutture e opere utili al Paese. Le imprese di assicurazione hanno infatti attivi per 550 miliardi e una grande fetta è impegnata in titoli di Stato. In questo modo oggi gli assicuratori garantiscono un rendimento minimo ma sicuro agli assicurati, che si aggira attorno al 2%. Ma c’è voglia da parte delle compagnie di diversificare e trovare, come accade all’estero, altre forme di investimento sempre tenendo al minimo i rischi.
La riforma arriva da Ivass e Antitrust
È di pochi giorni fa l’ennesima notizia che conferma l’enorme illegalità dilagante nel settore auto. Su mille violazioni riscontrate da 400 pattuglie della polizia stradale dislocate in tutta Italia, sono stati trovati 300 veicoli privi di assicurazione.
Anche per questa diffusa illegalità (ma non solo) gli italiani pagano più degli altri Paesi per l'Rc auto. I giovani e le donne scontano tariffe molto più alte degli altri assicurati. Con queste premesse il presidente dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, Giovanni Pitruzzella, rilancia sul settore e prepara una proposta di riforma del sistema. Via discrepanze e pregiudizi: “Con l'Ivass, l'autorità di vigilanza sulle assicurazioni, stiamo procedendo alla riforma del settore Rc auto per cambiare le regole e favorire tutti i consumatori", ha dichiarato. L’obiettivo non è solo quello di far pagare meno gli italiani e le categorie attualmente più svantaggiate, ma di spingere chi oggi circola senza assicurazione obbligatoria a sottoscriverne una, garantendo la collettività.
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Il profilo dell'autore

Silvio Nobili
Foggiano, laureato in Giurisprudenza alla Luiss Guido Carli di Roma, avvocato e giornalista, da anni si occupa di questioni legate alla concorrenza, alle Autorità indipendenti e alle novità di internet. Ha lavorato nella redazione di ItaliaOggi e Capital e collaborato con numerose testate tra cui Corriere della sera Magazine, Mf/MilanoFinanza, AffariItaliani.it, ClassCnbc tv, l'Agenzia di stampa Italpress.
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