Rc auto: in Italia cresce il rischio frode in caso di sinistro
30 lug 2024 | 3 min di lettura
Il fenomeno delle frodi assicurative sulle polizze rc auto continua a crescere e a rappresentare una piaga in molte regioni di Italia a scapito sia delle compagnie assicurative, sia degli automobilisti coinvolti in caso di incidente. A fotografare il fenomeno è l’Ania, sulla base dei dati del 2022 e delle stime per il 2023 forniti dall’Ivass.
L’analisi vede da anni un Paese spaccato a metà: se in parte del Centro e del Nord l’incidenza dei sinistri sospetti è nella media (e può secondo l’Ania ritenersi un fenomeno quasi fisiologico), in alcune province della Lombardia, del Veneto, del Piemonte, dell’Emilia-Romagna e della Sardegna la percentuale è ancora più bassa. Il fenomeno opposto si rileva invece al Sud dove si registrano valori superiori alla media, con alcune province della Campania, della Calabria e della Puglia in cui l’incidenza dei sinistri a rischio frode raggiunge valori da 5 a 10 volte superiori.
Un rischio in continua crescita, anno su anno
L’Ania ha analizzato nell’ambito delle polizze Rc Auto le incidenze dei sinistri esposti al rischio di frode, dei sinistri sottoposti a ulteriori accertamenti da parte delle compagnie assicurative e dei sinistri per cui sono state presentate denunce/querele sul totale dei sinistri denunciati. Il quadro emerso è sconfortante perché a quasi a parità di sinistri, l’incidenza delle frodi è in netto aumento.
Entrando nel dettaglio, nel 2023 sono stati 2.490.816 i sinistri denunciati alle compagnie, in lieve aumento rispetto al 2022 (+1%). L’incidenza media, a livello nazionale, dei sinistri esposti al rischio di frode sul totale dei sinistri denunciati ha raggiunto il livello massimo dell’ultimo decennio e pari a 26,2%, in aumento rispetto al 2022, quando era 25,4%, ma anche rispetto al 2021 e al 2020 (era 23,9% nel 2021 e 24,9% nel 2020, ma 16,5% nel 2013).
I rischi lungo la Penisola: Nord più virtuoso
L’Italia settentrionale si è confermata anche nel 2023 l’area del Paese dove si sono registrati, percentualmente, meno sinistri a rischio di frode (21,5%), valore in lieve aumento rispetto a quello nel 2022 (21%). È risultata, invece, in diminuzione l’incidenza dei sinistri che sono stati oggetto successivamente di una specifica istruttoria che si attesta al 7,6% dal 7,8% nel 2022. A seguito di questa attività il 12% dei sinistri oggetto di approfondimento è stato chiuso senza seguito (era il 10,8% nel 2022), mentre per l’1,1% è stata presentata una denuncia/querela, in aumento rispetto all’anno precedente (0,8%).
Aumenta il rischio frode nel Centro Italia
L’Italia centrale mostra nel 2023 un’incidenza dei sinistri a rischio frode pari al 23,9%, in aumento dal 23% registrato nell’anno precedente. Il numero dei sinistri per i quali le imprese hanno successivamente predisposto attività integrative rispetto a quelle ordinarie si attesta al 10,8%, in lieve calo rispetto al 10,9% nel 2022. A seguito di questa attività l’11,6% dei sinistri oggetto di approfondimento è stato chiuso senza seguito (in riduzione rispetto al 2022, quando era 11,8%), mentre solo per lo 0,9% è stata presentata una denuncia/ querela (come nel 2022).
Al Sud si conferma la situazione più difficile
Anche nel 2023 la più alta incidenza di sinistri a rischio frode si conferma nell’Italia meridionale, dove il 39,9% dei sinistri denunciati è risultato sospetto (in aumento rispetto al 39% nel 2022). L’incidenza dei sinistri che sono stati oggetto successivamente di una specifica istruttoria si riduce invece al 22,9% dal 23,7% registrato nel 2022. Di tutti questi sinistri il 14,3% è stato chiuso senza seguito (come nell’anno precedente). Le compagnie di assicurazione hanno presentato denunce/querele per l’1,3% dei sinistri (valore in linea con quello del 2022).
Nelle Isole si è registrata nel 2023 un’incidenza dei sinistri a rischio di frode pari al 27,2%, in aumento dal 25,5% dell’anno precedente.
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