Auto Euro 7, raggiunto l’accordo in Europa
15 gen 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Ecco le nuove norme previste
Il processo era iniziato più di un anno fa e da poco è stato raggiunto un accordo: l’Europa vara le nuove norme relative alla classe cosiddetta Euro 7, ovvero un livello ancora meno inquinante. A decretare il via alla misura sono stati il Consiglio dell'Unione europea e il Parlamento europeo, mentre la proposta (ambiziosa) era arrivata dalla Commissione europea.
Cosa prevede la nuova normativa
Per quanto concerne autovetture e furgoni si è deciso di mantenere i limiti delle emissioni di gas di scarico e le condizioni di prova valide per i motori Euro 6.
Diverso il discorso per bus e camion che dovranno mantenersi entro limiti più rigorosi per quanto riguarda le emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio (limite di NOx a 200 mg/kWh) e in condizioni di guida reali (limite di NOx a quota 260 mg/kWh), pur mantenendo le attuali condizioni di prova del Regolamento Euro 6. Queste restrizioni si estendono anche alle emissioni del sistema frenante e pneumatici.
Il testo mira a ridurre le emissioni di particelle frenanti (PM10) per auto e furgoni a veicoli elettrici a 3 mg per km, a 7 mg per km per veicoli a motore e ibridi, mentre per i furgoni la soglia sarà di 11 mg per km.
La durata delle batterie
Il testo stabilisce anche i requisiti minimi di durata delle batterie per auto elettriche e ibride, con un rendimento dell'80% fino a cinque anni o 100.000 chilometri e del 72% fino a otto anni per le auto. Per i veicoli commerciali leggeri, la percentuale sarà del 75% dall'inizio del ciclo di vita a cinque anni o 100.000 km e del 67% fino a otto anni.
Quando entra in vigore
L'accordo dovrà essere formalmente approvato dal Parlamento e dal Consiglio prima di diventare esecutivo. A quel punto, il nuovo regolamento entrerà in vigore 30 mesi dopo per autovetture e furgoni e 48 mesi dopo per autobus, autocarri e rimorchi. La scadenza stabilita sarà il primo luglio del 2030 per i veicoli costruiti da costruttori di piccole serie.
Il commento
L’Europa è ormai da anni capofila nella definizione di legislazioni sempre più severe per quanto riguarda l’inquinamento. Le associazioni dei costruttori come ad esempio l’Acea si è detta soddisfatta anche perché alla fine è passata una proposta meno ambiziosa rispetto alla prima stesura. Il rischio secondo i costruttori è che adottando normative troppo stringenti si mette in difficoltà la catena industriale e si aumentano troppo i costi per il consumatore, già gravati dai rincari delle assicurazioni. Queste condizioni che strozzerebbero le case automobilistiche europee lasciando più spazio a quelle extra Ue, che possono produrre senza considerare tutti questi vincoli. Dall’altro lato gli organi legislativi spingono per forzare ancora di più la transizione per rispettare gli obbiettivi che l’Europa si è data sull’inquinamento.
L’adozione di norme sempre più strette in Europa ha sicuramente aiutato l’ambiente, ma finché gli altri grandi poli globali di produzione (come gli Stati Uniti e l’area asiatica con Cina in testa) non adotteranno misure analoghe difficilmente ci sarà un vero cambiamento.
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