Il ramo vita delle assicurazioni e della previdenza complementare ha acquisito negli ultimi anni sempre più importanza, soprattutto a causa della crisi del sistema pensionistico istituzionale. Ormai, sia lo Stato che i consumatori guardano ai prodotti assicurativi, bancassicurativi e ai fondi pensione come agli unici strumenti che sono ad oggi in grado di garantire una solida integrazione per la pensione statale: si tratta del cosiddetto secondo pilastro del sistema previdenziale.
In questo ramo non esistono dunque soltanto le classiche assicurazioni sulla vita che prevedono il risarcimento in caso di morte dell'assicurato, ma anche prodotti misti, che combinano al risarcimento per premorienza (ovvero in caso di morte prima di un'altra persona o di un termine prefissato) anche la rivalutazione del capitale investito nella polizza. Sono investimenti che si collocano a metà via fra il campo assicurativo e quello finanziario e che consentono, appunto, di combinare i vantaggi di entrambe le soluzioni: da un lato si mantiene la solidità che solo una polizza assicurativa può garantire, dall'altro si incrementa la capacità di creare valore aggiunto propria di un investimento finanziario.
Esistono anche prodotti a carattere più spiccatamente finanziario, come i fondi comuni di investimento, ai quali si può partecipare acquistando delle quote, che sono per lo più legati all'andamento di indici o mercati. I fondi pensione veri e propri, invece, rientrano nel ramo della previdenza complementare, che consente all'assicurato di integrare la pensione dello stato (la cui entità è stata decisamente ridotta dalle ultime riforme) con una erogata direttamente dal fondo pensione. Esistono due grandi categorie di fondi pensione, i fondi pensione aperti e i fondi pensione chiusi. Quelli aperti sono accessibili a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi o liberi professionisti, mentre i fondi pensione chiusi sono progettati e costruiti solo in base a determinate categorie di lavoratori, come quelli di una grande azienda o di uno specifico settore. Questi ultimi hanno comunque la possibilità di scegliere se aderire al proprio fondo pensione di categoria o se sceglierne un altro, aperto.
Ai fondi pensione può poi essere destinato anche il tfr (trattamento di fine rapporto), che si va così a sommare alla pensione integrativa. Per quanto riguarda il tfr, è il lavoratore a scegliere se lasciarlo in gestione al proprio datore di lavoro ( che si impegna in questo caso a restituirlo nel momento in cui termina il rapporto lavorativo) o integrarlo invece al proprio fondo pensione, chiuso o aperto che sia. Nel caso in cui questa scelta non venga operata, verrà automaticamente destinato al fondo pensione chiuso, della propria categoria. Su tutto il sistema dei fondi pensione, invece, vigila un organismo indipendente, la Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione) che garantisce la trasparenza e la regolarità della loro gestione, pur non avendo il poter di dirimere le questioni che possono insorgere.
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