Auto nuova: ecco come sceglierla per risparmiare sull’Rc auto
3 set 2025 | 3 min di lettura

Quando si cambia auto gli italiani tendono a privilegiare oltre alle caratteristiche estetiche, quelle economiche, in particolare il prezzo di vendita e il consumo di carburante. Raramente invece prendono in considerazione qualità di tipo tecnico, tra cui la potenza e l’affidabilità del motore.
Il dato emerge dall’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca mUp Research secondo cui appena il 34% del campione intervistato è disponibile a valutare questo aspetto quando è alle prese con la scelta della propria vettura. Meno del 20% inoltre è pienamente a conoscenza del fatto che spesso il motore installato su un’autovettura è prodotto da altre aziende. Peccato però che si tratti di un elemento tutt’altro che trascurabile per il portafoglio.
Il motore: scarsa consapevolezza del suo impatto
Quando si sceglie un nuovo veicolo va presa in considerazione anche la tipologia di motore non solo perché rappresenta il cuore dell’auto, determinandone le performance, l’affidabilità e i consumi, ma anche perché può avere un impatto sui costi di manutenzione dell’auto, come il bollo e l’assicurazione.
Ovviamente si tratta di una delle parti del veicolo più complesse da progettare e per questo, spesso, le case automobilistiche scelgono di utilizzare per i propri veicoli motori costruiti da altri produttori. Una fetta importante degli italiani, come si legge nell’indagine realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana, “si colloca su livelli bassi o medi di consapevolezza (41%), mentre il 6% dei rispondenti ha addirittura ammesso di non saperne nulla (percentuale che arriva al 12% nelle regioni del Centro Italia)”.
Più sale la cilindrata e più sale il premio
Alcune caratteristiche del motore vanno a incidere su una serie di costi di cui è bene tener conto per non avere brutte sorprese: per quanto riguarda il bollo è bene sapere che il peso della tassa automobilistica varia in funzione della potenza effettiva del motore, espressa in Kilowatt (kW) e indicata nel libretto di circolazione.
Come sottolineano gli esperti di Facile.it, “esiste però anche un rapporto tra il motore, nello specifico la sua cilindrata, e il premio RC auto. Le compagnie assicurative a volte usano questo valore come uno dei parametri per calcolare il premio assicurativo secondo il principio che all’aumentare della cilindrata normalmente cresce non solo il valore dell’auto, ma anche la potenza del motore e, con essa, aumenta statisticamente il rischio di sinistri, che potrebbe appunto tradursi in un premio RC auto maggiore”.
Ecco perché, ad esempio, secondo l’analisi di Facile.it, a parità di valore d’acquisto (30 mila euro nel caso dell’analisi) il premio medio della polizza tende a crescere all’aumentare della cilindrata, con una differenza che può arrivare fino al 57% se si confrontano vetture con cilindrata inferiore a 1.000 cc a quelle con cilindrata tra i 2.000 e i 3.000 cc.
Come incide sull’Rc auto il tipo di alimentazione
In alcuni casi le compagnie assicurative nel determinare l’importo finale del premio dovuto dall’assicurato tengono in considerazione anche l’alimentazione del motore. Dall’analisi del portale Facile.it è emerso che una polizza per un’auto alimentata solo a diesel o benzina costa in media di più rispetto ad una vettura ibrida. Ad esempio, limitando l’analisi a veicoli con potenza inferiore ai 75 kW, il premio medio per il modello ibrido è inferiore del 10% rispetto a quello diesel. La differenza aumenta ulteriormente sulle auto più potenti: nella fascia tra i 120 e 200 kW assicurare un modello ibrido costa in media il 4% in meno rispetto a quello a benzina e ben il 17% in meno rispetto a quello diesel.
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