RC Auto: la tassa alle Province
29 mar 2011 | 2 min di lettura
L'RC Auto alle Province: possibili rincari fino al 3,5%
Si iniziano a delineare le linee base del federalismo fiscale. E le prime proiezioni non sono per nulla incoraggianti per gli automobilisti. In sostanza accade questo. Col federalismo viene ridisegnato a partiredal 2013 il sistema delle entrate per gli enti locali, i quali potranno utilizzarle come credono nell'ottica del benessere della comunità. Fin qui niente di male.
Nei giorni scorsi la commissione bicamerale ha dato il via libera al testo sul decreto attuativo riguardante il fisco di Regioni e Province. Il parere, passato con 15 voti a favore (il Pd si è astenuto), traccia le linee guida del nuovo fisco regionale che scatterà dal 2013.
Qualcosa però potrà entrare in funzione già quest'anno: l'RC auto, tassa al 12,5% che d'ora in poi passerà nelle mani delle Province che avranno licenza di aumentarla (o diminuirla) fino al 3,5% già dal 2011. Il fatto che da centocinquant'anni, cioè dall'Unità d'Italia non si sia mai visto alcun ente pubblico o privato nostrano che, messo nella condizione di scegliere tra aumentare o diminuire qualcosa, abbia scelto la seconda strada non fa presagire nulla di buono per noi automobilisti.
Non è un caso se nei giorni scorsi lo Sna, il sindacato degli agenti assicurativi, ha consegnato alla Camera una petizione firmata da 500mila utenti proprio contro il caro-polizze RC auto aumentate del 174% dal 1994 al 2010. Il contrasto al diffondersi del plurimandato e l’opposizione all'ingresso di assicurazioni estere nel nostro Paese sono due dei principali motivi del rincaro costante secondo lo Sna.
Col federalismo, le Province rischiano di perdere parecchi dei trasferimenti regionali, qualcosa come quasi 4,5 miliardi di euro ogni anno. Soldi che, da qualche parte, vanno recuperati. I primi provvedimenti chiariscono subito chi sarà a guadagnare e chi a perdere. Le imprese sono in vantaggio, visto che le regioni potranno ridurre (fino ad azzerarle) le aliquote Irap mentre gli automobilisti, diciamolo subito, rientrano tra i perdenti.
di Franco Canevesio
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