25 mag 2012 | 2 min di lettura
Se i trasferimenti di denaro dallo Stato alle Province si riducono, allora questi enti fanno cassa sui cittadini. È questo il succo di quanto avviene in queste settimane in tutte le province italiane, che stanno sfruttando la normativa sull’RC auto per aumentare le loro entrate, aumentando l’aliquota e l’Imposta Provinciale di Trascrizione (Ipt). A seguito dei tagli alle risorse che il Patto di stabilità promosso dal Governo ha determinato agli enti locali, le Province aumentano la pressione fiscale sui cittadini, agendo sulle uniche tre imposte che la legge consente di manovrare.
A livello nazionale, parliamo di aumenti medi del 3,5% per l’aliquota Rc auto e del 10% per Ipt. L’aliquota provinciale in molte città passa dal 12,5% al 16% del premio assicurativo. Succede, ad esempio, a Livorno – Provincia che così recupera altri 17 milioni di euro – ma anche a Lodi, Agrigento, Fermo e Bari. Se queste città questo fattore è l’unico ad aumentare va peggio agli assicurati della provincia di Napoli, in cui questo incremento procede di pari passo con l’aumento dell’Ipt al 30%; stessa sorte per province come Trapani, Enna e (forse) Caserta e Mantova. In controtendenza, invece, la provincia di Firenze, che vede l’aliquota scendere, passando dal 12,5% all’11%. Si comportano altrettanto bene le province delle Regioni a statuto speciale: Trento e Bolzano riducono del 3%, mentre Aosta passa dal 12,5% al 9,5%.
Considerando la poca "affezione" degli italiani nei confronti delle Province - solo poche settimane fa un referendum abrogativo promosso dalla Regione Sardegna ha visto i cittadini esprimersi contro gli enti provinciali inutili - è evidente che questa scelta porti altra benzina sul fuoco delle polemiche sull’importanza delle Province.
di Vittoria Giannuzzi
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