Nell’era post covid, la sanità del futuro sarà ancora più digitale
24 mag 2022 | 3 min di lettura

Uno degli effetti della pandemia è stato quello di aver spinto molti italiani a utilizzare strumenti nuovi per tenere sotto controllo la propria salute, in primis il fascicolo sanitario elettronico: il 55% lo conosce e il 33% l’ha utilizzato (rispetto al 12% nel 2021).
Basti pensare infatti alla quantità di esiti di tamponi o di certificati vaccinali scaricati da ogni cittadino. Durante la pandemia inoltre, professionisti sanitari e pazienti hanno comunicato molto di più via whatsapp per evitare di affollare i locali degli studi di medicina: nel 2021 il 73% dei medici specialisti, il 79% dei medici di medicina generale e il 57% degli infermieri ha usato app di messaggistica.
Di conseguenza, con l’attenuarsi della pandemia, è calato anche il ricorso alla sanità digitale, inclusa la telemedicina, una modalità prevista persino in alcune polizze salute particolarmente innovative: solo il 26% dei medici specialisti e il 20% dei medici di medicina generale ha utilizzato la “tele-visita” nel 2021 contro il 39% del 2020 e il 10% circa pre-pandemia.
Nonostante questo “ridimensionamento”, la direzione sembra essere ormai tracciata, come spiega l’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano che ha elaborato tutti questi dati.
La spesa per sanità digitale in Italia: i numeri chiave
Nel 2021 la spesa per la sanità digitale in Italia è cresciuta del 12,5% rispetto al 2020, toccando quota 1,69 miliardi di euro, pari all’1,3% della spesa sanitaria pubblica. Una crescita superiore a quella degli ultimi anni, ma non ancora sufficiente per colmare il ritardo accumulato.
La tanto attesa trasformazione digitale potrebbe arrivare grazie agli investimenti previsti dal PNRR, che dedica a riforme e investimenti nel settore Salute l’intera “missione 6”, con ben 15,63 miliardi di euro di risorse.
Ampio ricorso al fascicolo sanitario
La pandemia ha influito decisamente sulla conoscenza e l’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico, spinto dalla necessità di scaricare green Pass, referti dei tamponi e certificati vaccinali.
Dalla rilevazione svolta in collaborazione con Doxapharma, emerge che il 55% dei cittadini ne ha sentito parlare almeno una volta (era il 38% nel 2021) e il 33% lo ha già utilizzato (il 12% nel 2021).
Tra i pazienti cronici o con problematiche gravi - coinvolti nella ricerca svolta in collaborazione con Aisc, Alleanza Malattie Rare, Apmarr, Fand, Federasma, Onconauti E Ropi - le percentuali di conoscenza e utilizzo dello strumento sono ancora più elevate: l’82% lo conosce e il 54% lo ha utilizzato (nel 2021 era il 37%).
Canali digitali per comunicare e informarsi
Il digitale è molto utilizzato dagli italiani per cercare informazioni in ambito salute: il 53% dei cittadini ha utilizzato internet per identificare possibili diagnosi sulla base dei sintomi e il 42% per cercare informazioni su sintomi e patologie anche prima di una visita.
Inoltre, il 73% di chi ha utilizzato internet dichiara di prendere decisioni sulla salute basandosi sulle informazioni trovate online. Ma soprattutto, il digitale si è ormai affermato nella comunicazione tra professionista sanitario e paziente, come emerso dalla rilevazione svolta sui medici specialisti, sui medici di medicina generale, e sugli infermieri. Il 73% degli specialisti, il 79% dei medici di medicina generale e il 57% degli infermieri utilizza app di messaggistica (come WhatsApp) per comunicare con i pazienti, che sono molto interessati al loro uso soprattutto per la rapidità con cui è possibile ricevere risposte.
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