Meteo estremo, danni globali per 72 miliardi di dollari
Ingenti le ripercussioni sulle assicurazioni
2 settembre 2022
Tempeste invernali in Europa, inondazioni senza precedenti in Australia e Sud Africa, temporali negli Stati Uniti: il conto delle catastrofi naturali nel primo semestre 2022 è stato di 72 miliardi di dollari; cui si aggiungono 3 miliardi riconducibili alle catastrofi direttamente causate dall'uomo. In tutto 75 miliardi di dollari.
Il conto dei danni
Il dato complessivo – che emerge da un'analisi di Swiss Re Institute – è inferiore del 7% rispetto alla media dei danni registrata negli ultimi dieci anni, che si attesta a 80 miliardi. Il lieve declino non può essere accolto come una buona notizia, vista l'entità monstre del conto e tenendo presente che a far lievitare la media è stato un 2021 record: nel primo semestre dello scorso anno le catastrofi erano costate 95 miliardi di dollari (91 dei quali riconducibili a fenomeni atmosferici estremi).
Le previsioni per il secondo semestre
Il rapporto sottolinea come gli episodi catastrofici “stanno aumentando per frequenza e gravità in tutte le regioni”. Le previsioni per il secondo semestre, infatti, non sono positive: la siccità e gli incendi causati dalle elevate temperature registrate in Europa nei mesi estivi faranno, con tutta probabilità, lievitare il conto.
Oltre a uragani e terremoti, devastanti ma più rari, sono questi “pericoli secondari” a rappresentare il rischio maggiore: sono infatti, sottolinea Swiss Re, “onnipresenti ed esacerbati dalla rapida urbanizzazione in aree particolarmente vulnerabili”.
L'impatto sulle assicurazioni
Se i danni sono diminuiti, continuano ad aumentare le perdite che le catastrofi (naturali e “umane”) provocano sulle assicurazioni: il rosso è di 38 miliardi di dollari, minore rispetto al 2021 ma l'11% oltre la media degli ultimi dieci anni.
Un balzo che arriva al 22% se si considerano solo le perdite generate da fenomeni naturali. E pare solo l'inizio. Perché, se il cambiamento climatico è ormai riconosciuto come uno dei maggiori rischi globali, il 75% di tutte le catastrofi naturali non è ancora assicurato.
Si rafforza così la possibilità che emergano “divari di protezione” tra i Paesi più ricchi, che potranno reagire grazie alle risorse che riceveranno dalle assicurazioni, e quelli più poveri, che subiranno danni senza ricevere alcun risarcimento.
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