L'Italia ha un decennio di ritardo sull'RC sanitaria
Malpractice sanitaria, il dossier dell'Ania su assicurazioni e malasanità
26 August 2014
Recentemente l’ANIA ha presentato un interessante dossier, “Malpractice, il grande caos”, dedicato alla ricostruzione del quadro generale relativo all’RC sanitaria Italiana (prescindendo dalle assicurazioni sulla salute che i cittadini possono stipulare privatamente) con un particolare focus sulla malasanità.
Quello della malpractice sanitaria è appunto un argomento che nel corso degli ultimi anni ha suscitato una crescente attenzione da parte dell’opinione pubblica. Si tratta però, e da qui nasce il principale problema, di un contesto particolarmente vasto e complesso su più fronti. In primo luogo, in alcune delle regioni del nostro Paese, si è assistito ad un fenomeno controverso che ha visto l’uscita di scena di alcune delle compagnie assicuratrici sostituite da forme ambigue di autoassicurazione; nelle altre regioni, invece, c’è la prevalenza di sistemi misti, in cui si ricorre alle polizze solo per danni di grande entità. Basti pensare che il rapporto sinistri a premi nel 2012 è del 122%.
In secondo luogo, altro grande limite tutto italiano, è quello di avere un panorama lacunoso in materia e, di conseguenza, sarebbe necessario mettere a punto una normativa più strutturata e completa in modo da tenere sotto controllo tali eventi dannosi.
Questo dossier si pone come obiettivo primario quello di mettere in luce le principali problematiche e fornire eventuali concrete soluzioni. L’ANIA ha le idee piuttosto chiare riguardo le aree di maggiore criticità: sono assenti linee guida mediche valide a livello nazionale e ciò porta ad un approccio carente nei tribunali che si trovano a definire i casi di malasanità; mancano le procedure di risk management omogenee come anche l’esistenza di regole chiare date alle regioni che vogliono coprire autonomamente questo rischio.
Un quadro decisamente poco rincuorante, senza contare la parte di questa ricerca che ha messo a confronto il nostro Paese con le altre Nazioni: l’Italia si trova circa un decennio in ritardo rispetto, ad esempio, Usa, Francia e Gran Bretagna in cui le riforme in materia sono ben affermate ormai da tempo.
di Francesca Lauritano
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