Generali punta sull'Asia
25 ott 2010 | 3 min di lettura
Il Gruppo Generali punta sull'Asia e riorganizza il business
Il Gruppo Generali si avvia ad archiviare l’anno in corso con risultati definiti come interessanti ma da valutare approfonditamente dal Presidente del gruppo Cesare Geronzi.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'Amministratore Delegato del Leone triestino Giovanni Perissinotto secondo cui ci sono parecchi buoni elementi per pensare che il 2010 si chiuderà meglio rispetto al 2009.
Perissinotto è più cauto circa un possibile miglioramento già quest'anno del combined ratio, l'indice della redditività tecnica e, a livello di prodotti, considera che il gruppo potrà rispondere a tutte le esigenze di tutela previdenziale attraverso una nutrita serie di prodotti multiramo, unit linked con capitale garantito o legate all'azionario.
Secondo il manager, il mercato del 2010 potrebbe imporre un rallentamento nel ramo vita restando però su un trend favorevole mentre l'RC auto è una parte talmente importante del business assicurativo che non può non rimanere in equilibrio dando i rendimenti attesi.
Ma qualcosa bisogna cambiare. Non si può fare più leva né sulle tariffe né su un'efficienza maggiore - spiega Perissinotto - a meno che non intervenga qualche aiuto legislativo che contribuisca in maniera determinante a impedire qualsiasi illegalità.
Circa il calo progressivo della quota di Generali in Banco Santander (si è passati dall'1,5% a poco più dell'1% per poi raggiungere negli ultimi mesi l'attuale 0,754%) Perissinotto specifica che questa è avvenuta su iniziativa dei gestori e nell'ambito dell'attività di trading mentre, per quanto concerne i danni ambientali conseguenti alla fuoriuscita dei fanghi tossici lungo il Danubio in Ungheria, il manager tranquillizza la clientela: Generali non è esposto a quel tipo di sinistri anche se, ammette il manager, gli eventi climatici hanno inciso sui conti quasi il doppio rispetto al 2009.
In questo momento l'obiettivo primario del Leone di Trieste sembra essere l'espansione in Asia dove il gruppo (già presente a Hong Kong, in India, Filippine, Indonesia, Thailandia e Giappone) ha ottenuto la licenzia per operare nel ramo vita in Vietnam in solitario cioè senza partner locali, com'è avvenuto finora.
Un preliminare necessario per far nascere in pochi mesi Generali Vietnam Life Insurance Company Ltd con sede nella città di Ho Chi Minh, dove l'anno scorso è stato aperto l'ufficio di rappresentanza. Un bel passo avanti per l'espansione in paesi ad alto tasso di crescita come il Vietnam la cui economia, a livello di prodotto interno lordo, è seconda soltanto a quella cinese.
Oggi la spesa assicurativa procapite annua del Vietnam nei rami vita e in quello danni è di sedici dollari appena, pari a uno striminzito 0,7% del Pil, ma il governo intende triplicarla entro il 2012 facendola salire al 4,2% del Pil.
Ma le novità non si fermano qui. Secondo il presidente di Generali Cesare Geronzi si starebbe progettando una revisione organizzativa per valorizzare il patrimonio delle risorse umane, migliorarne l'efficienza, accelerare le procedure decisionali. I postumi della crisi hanno evidenziato un punto cruciale, cioè la gestione del rischio. - spiega Geronzi – Adesso dobbiamo puntare su novità nella tutela del risparmio poi dovremo migliorare i rapporti con l'utenza negli altri rami.
Tutto a favore della clientela che potrebbe beneficiare subito, per esempio, di una riduzione sensibile dei tempi di risposta. Abbiamo bisogno di sviluppare la progettualità per dare nuovo impulso alle attività della compagnia mettendola in grado di rafforzarne la competitività spiega Geronzi.
Il Presidente anticipa che verranno sottoposti al prossimo Consiglio d'Amministrazione una serie di cambiamenti dello statuto di Fondazione Generali in modo da rilanciarne l'attività tramite, per esempio, un Comitato scientifico che possa dare contributi soprattutto nel campo della ricerca.
L'azienda potrebbe addirittura designare un Country Manager per l'Italia anche se Perissinotto rallenta gli ardori dicendo che un'indicazione sui tempi è prematura.
di Franco Canevesio
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