Crisi o no, l'italiano vuole l'auto nuova

Crisi del mercato auto: ma sempre nuove quelle in circolazione

27 May 2013
Crisi o no, l'italiano vuole l'auto nuova

Quando si parla di mercato auto in Italia non si capisce più niente. Il nostro paese, un tempo regno dell'automobile oggi perennemente choccato per il drammatico calo nelle vendite di auto nuove e usate, stenta a riprendersi. Troppe tasse, assicurazioni alle stelle, sono soltanto due dei driver di questa spaventosa decrescita. Non tutti però sono d'accordo sul fatto che il momento sia così tragico: a seconda del punto di osservazione, par di capire,  il mercato automobilistico, pur continuando a risentire della crisi, assume connotati diversi. Guardando per esempio ai dati che emergono dalla stipula delle assicurazioni auto, la situazione non appare così irreparabile. Da questo punto di vista infatti si scorge che gli automobilisti italiani, per esempio, continuano a comprare e a preferire le auto nuove più che quelle usate e che, sulle nostre strade, le automobili più gettonate restano quelle di produzione Fiat.

Nonostante la crisi, negli ultimi due anni l'andamento delle assicurazioni risulta essere costante nel settore auto, con il 6% di polizze stipulate per le auto nuove. Sempre a guardare i dati che emergono dalla stipula delle polizze si può notare come gli automobilisti nostrani preferiscano più le auto made in Italy che le straniere: a guardare le assicurazioni sottoscritte si nota come i tre modelli più acquistati sono Fiat Punto (27%), Fiat Panda (12,6%) e Ford Fiesta (9,7%).
Diverso, quasi contrario, il discorso se a fornire i dati sono le associazioni di categoria. Come Unrae, l'Unione nazionale dei rappresentanti di autoveicoli esteri, secondo cui i dati in circolazione continuano a esser drammatici. A livello generale, sostiene il direttore generale Unrae, Romano Valente, “negli ultimi tre anni, in Italia, il volume delle mancate vendite di automobili nuove è equivalente all’intero mercato automotive olandese”. Gli acquirenti privati, secondo Unrae, hanno registrato la perdita maggiore: i giovani tra i 18 e i 29 anni, per esempio, rappresentavano nel 2005 il 14% del mercato, oggi arrivano a stento al 9% (mentre gli over 45, che due anni fa valevano il 46% del mercato oggi se ne accaparrano il 57%).

Rimarca la gravità del momento Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto. l'associazione che rappresenta in Italia i concessionari dei marchi commercializzati sul nostro territorio, tra auto, veicoli commerciali, camion e autobus. Secondo Pavan Bernacchi il trend, quest’anno, fa prevedere risultati ancora più disastrosi del passato: mercato a 1.250.000 di vetture e ulteriore perdita del 10% rispetto al 2012. “Negli ultimi cinque anni - spiega il presidente di Federauto - la perdita sulle vendite di auto nuove è stata del 44%”. Per questo Federauto invita lo Stato e i suoi rappresentanti a considerare che un mercato così disastroso non danneggia solo il settore ma anche lo Stato stesso, che l'anno scorso ha incassato tre miliardi di euro in meno di entrate fiscali provenienti dal settore auto impiegando centinaia di milioni di euro in ammortizzatori sociali.

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