Il risveglio delle polizze dormienti
Domande alla Consap entro la metà di aprile
25 February 2013
Da una decina di giorni e fino alla metà di aprile sarà possibile per chi è beneficiario di un’assicurazione sulla vita, già caduta in prescrizione da parecchio tempo, contattare la Consap, l’agenzia pubblica che si occupa dei servizi delle assicurazioni, per riavere almeno una percentuale della somma che avrebbero dovuto richiedere tempo addietro alla compagnia assicuratrice. Non sarà possibile fare questa operazione per tutte le polizze definite dormienti ma solo per quelle sulle quali era maturato il diritto alla prestazione tra l’inizio del 2006 e la fine di ottobre del 2007; viene garantito solo questo periodo di tempo, poiché per le polizze successive sono state normate da leggi intervenute in materia; ad esempio quella andata in porto alla fine dello scorso anno che allungava il periodo di prescrizione da ventiquattro mesi a dieci anni, senza però avere efficacia sulle polizze siglate in precedenza.
Sono davvero molte le persone coinvolte dal fenomeno delle polizze dormienti, che divenne di interesse stringente nel momento in cui un problema simile coinvolse il settore delle banche, dai beneficiari che non hanno conoscenza di tutti i propri diritti a coloro che rimasti vedovi ignoravano che il coniuge avesse sottoscritto una polizza; in tutti questi casi, fino a non molto tempo fa, se nessuno, entro i tempi di prescrizione che erano di soli dodici mesi, richiedeva alcunché era l’assicuratore a incassare la cifra. Intervenne in primo luogo l’Isvap che chiese alle compagnie un po’ di tolleranza sui tempi di reclamo e quindi lo Stato che allungò i termini della prescrizione a ventiquattro mesi.
Coloro che sono interessati ai rimborsi, che possono essere richiesti fino al 15 aprile, dovranno richiedere al proprio assicuratore un documento di rifiuto della prestazione e poi portare questa attestazione alla Consap, dalla quale arrivano inviti a seguire le modalità riportate nel proprio sito e a rispettare le date per non correre il rischio che la domanda venga rigettata.
di Giovanna Valsecchi
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